Torna – ma forse non era mai andato via – l’infamante sospetto dell’antisemitismo nel partito laburista britannico. Scotland Yard ha infatti ufficialmente aperto un’inchiesta formale per appurare se nella grande formazione della sinistra siano stati commessi «crimini d’odio» nei confronti degli ebrei. L’intervento di Scotland Yard è stato deciso dopo l’esame di un dossier che documentava casi di conclamato antisemitismo, come affermazioni quali: «bisogna sbarazzarsi degli ebrei, che sono un cancro fra noi». Cressida Dick, capo della polizia, ha precisato che sotto inchiesta non c’è il Labour in quanto tale, ma solo casi specifici. cooperativa: «Se ci sono persone che hanno commesso crimini d’odio devono subire tutta la forza della legge – ha detto il vice leader laburista Tom Watson -. Non c’è posto per loro nel partito». Ma restano i dubbi sulla capacità di giudizio del leader di partito Jeremy Corbyn, offuscata dalla lunga militanza nella sinistra terzomondista e anti-imperialista, che considera Israele un avamposto del colonialismo: tanto da non accorgersi quando le critiche alle politiche dello Stato ebraico scivolano nell’antisemitismo preconcetto o nella negazione all’esistenza dello Stato di Israele.
Corbyn già questa estate era stato coinvolto direttamente nella polemica sull’ostilità antiebraica che alligna fra i laburisti: erano emerse foto della sua partecipazione a una cerimonia in memoria di palestinesi di Settembre Nero, fra i quali i terroristi che avevano massacrato gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, e soprattutto era stato reso pubblico un audio in cui affermava che «i sionisti non capiscono il senso dell’umorismo inglese, anche se hanno passato tutta la vita in Gran Bretagna».