
In una Sydney scossa dall’orrore di uno dei più gravi atti di violenza degli ultimi decenni, il funerale di Matilda, la bambina di dieci anni rimasta vittima dell’attentato di Bondi Beach, è stato un momento di profonda commozione e riflessione collettiva. Matilda è stata la più giovane vittima tra le quindici persone uccise durante la sparatoria che ha interrotto la serata di festa per l’accensione delle candele di Channukà. La cerimonia funebre, celebrata nella Chevra Kadisha Memorial Hall di Sydney, ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra familiari, amici, membri della comunità e rappresentanti istituzionali, tra cui l’ambasciatore israeliano in Australia. Sul feretro, decorato con giocattoli a forma di ape e adesivi a tema, è stato reso omaggio al suo secondo nome, Bee, scelto dai genitori come simbolo di gioia e dolcezza.
Matilda, figlia di Valentyna e Michael, una coppia di immigrati dall’Ucraina, si trovava domenica al Channukà by the Sea con la sua famiglia e la sorellina quando l’attacco è iniziato. Testimonianze e ricordi raccolti dalle autorità e dai media descrivono una bambina piena di vita, con un sorriso contagioso, amica di molti e amata dai suoi insegnanti e compagni di scuola. Sua zia Lina Chernykh ha voluto che il mondo la ricordasse non per la tragedia che l’ha colpita, ma per la felicità che portava con sé: “Amava la scuola, aveva tanti amici, era dolce e sempre pronta ad abbracciare chi le stava vicino”.
Pochi minuti prima dell’attacco, un video diffuso dai media ha mostrato Matilda accanto a Rabbi Eli Schlanger, anch’egli ucciso, mentre si svolgevano i preparativi per le celebrazioni. Queste immagini, che ritraggono la bambina sorridente e ignara del destino imminente, hanno ulteriormente intensificato lo shock della comunità. La morte di Matilda non ha scosso soltanto le famiglie colpite, ma l’intera nazione. Il Primo ministro australiano Anthony Albanese ha promesso nuove norme contro l’odio e l’estremismo e un inasprimento delle leggi sull’istigazione all’odio, sottolineando che una tragedia simile non deve più ripetersi. Durante il funerale suo padre ha chiesto di “ricordare il nome di mia figlia”, spiegando che Matilda era stata chiamata così perché rappresentava per lui e per sua moglie il loro primo fiore sbocciato in Australia, il Paese che avevano scelto per costruire una vita serena dopo aver lasciato l’Ucraina.













