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    L’IRAN PREPARAVA UN DEVASTANTE ATTENTATO A PARIGI. LO SPIEGA L’AMBASCIATORE ITALIANO GIULIO TERZI

    “Il processo ad Assadollah Assadi” ad Anversa, in Belgio, è “devastante per il regime” iraniano “perché tutte le prove che ci sono collegano questo diplomatico-terrorista direttamente ai vertici del regime”, perché quell’attentato, sventato due anni fa, è qualcosa che deve “essere autorizzato dalla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei”, dal momento che il “Mois, i servizi iraniani, rispondono alla Guida Suprema” e perché era un “attentato del regime nella sua interezza”. Parla così con l’Adnkronos l’ambasciatore Giulio Terzi, ex ministro degli Esteri. C’era anche lui a Villlepinte, alle porte di Parigi, nel luglio del 2018. Assadi è accusato di aver partecipato all’organizzazione di un attentato, sventato, contro il Consiglio nazionale di resistenza iraniano, voce dell’opposizione all’estero. “Sarebbe stato un colossale attentato terroristico, il più grande attentato terroristico avvenuto su suolo europeo nel dopoguerra, una cosa inimmaginabile, una bomba ad altissimo potenziale, una storia ampiamente documentata, con prove schiaccianti per usare un termine eufemistico – dice Terzi – Erano presenti decine di migliaia di iraniani espatriati, forse qualche migliaio di personalità straniere, una grande delegazione americana (compreso Rudolph Giuliani) con diversi esponenti dell’Amministrazione Trump, del mondo repubblicano, democratici, sindaci di città francesi, ma anche alcuni italiani, c’erano parlamentari italiani, intellettuali, europarlamentari anche italiani. Sarebbe stata un’immensa carneficina che il regime iraniano avrebbe potuto dimostrare al mondo di essere stato capace di fare”. Sul caso Assadi, aggiunge, il “regime iraniano non si può più nascondere”, sono “incastrati” e “per questo c’è una pressione fortissima per levare Assadi di mezzo: o lo riportano a Teheran o magari può nascere anche qualche preoccupazione sul futuro di Assadi se non riescono a riportarlo”. Terzi parla di una “miriade di pistole fumanti in mano ad Assadi, diplomatico, iraniano, residente a Vienna”, che ha “viaggiato, lasciando Vienna formalmente in congedo, appena prima dell’inizio di questa grande convention della resistenza iraniana a Villepinte”, che si è spostato per “arrivare in Belgio dall’Austria per incontrarsi con due complici di origini iraniane che lavoravano per i servizi iraniani” e che ha viaggiato con il Tatp, l’esplosivo a più alto potenziale che esista attualmente, con un detonatore già innescato, con sistemi di controllo a distanza per l’esplosione”. Il terzo “complice”, continua Terzi, “un altro cittadino di origine iraniana che era conosciuto alla resistenza perché era stato uno dei loro, ma che probabilmente per andare a trovare i familiari a Teheran era stato fermato dalle autorità e in carcere, probabilmente torturato, e sotto pressione indotto a diventare un agente del regime, tornato in tempo per essere l’infiltrato all’interno della convention”, colui che “collocava la bomba”. Sono tutti “passaggi filmati e documentati”, ci sono “prove telefoniche, intercettazioni” anche “tra Assadi e le autorità di Teheran” e, prosegue Terzi, “l’unica difesa del regime è quella di sostenere che Assadi è coperto da immunità diplomatica”, mentre il “diplomatico-terrorista era in viaggio in congedo”. E, conclude, “i servizi d’intelligence europei, e credo non solo, avevano costruito tutte le prove per fermare l’attentato e portare in giudizio questo terrorista”. (Vir/Adnkronos) 

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