Amar’e Stoudemire, cestista americano naturalizzato israeliano che recentemente si è convertito all’ebraismo, ha rivelato la scorsa settimana che lascerà i Brooklyn Nets dopo due stagioni come assistente allenatore per lo sviluppo dei giocatori. Molti avevano ipotizzato che il motivo delle sue dimissioni fosse legato al clima negativo che si era creato attorno al giocatore non vaccinato Kyrie Irving, in realtà la vera ragione riguarda la sua osservanza dello Shabbat.
Infatti, attraverso un video pubblicato nel suo profilo Instagram, l’ex NBA All-Star, che è diventato costantemente più religioso negli ultimi dieci anni e si è convertito formalmente mentre viveva in Israele nel 2020, ha ammesso di non essere stato in grado di “crescere perché non lavoro durante lo Shabbat”. Un problema che ha successivamente spiegato sia all’allenatore della franchigia Steve Nash che alla dirigenza.
“Il coaching richiede che tu sia lì a tempo pieno”, ha spiegato e “la squadra dei Nets vuole persone che possono essere lì 24 ore su 24, e lo capisco perfettamente. Quindi hanno compreso la mia decisione di voler lasciare”.
Stoudemire ha giocato per i New York Knicks e Phoenix Suns e, dal 2016 al 2019, ha giocato per la squadra israeliana Hapoel Jerusalem, di cui è ancora in parte titolare, e successivamente per il Maccabi Tel Aviv.
La sua conversione è stato oggetto di un episodio di “Real Sports with Bryant Gumbel” della HBO. In questo piccolo documentario la casa di produzione ha filmato tutto il percorso dell’atleta: dallo studio della Torah all’avvio di una linea di vini kosher alla ricerca di uno “shidduch”.