Centinaia di persone hanno gridato ieri la loro rabbia per le menzogne e l’incompetenza della leadership politica e religiosa che guida la repubblica islamica iraniana. Alla base delle nuove proteste, represse dai Guardiani della Rivoluzione con l’uso delle armi, la ritardata ammissione di responsabilità di Teheran nell’abbattimento dell’aereo ucraino. Gli ayatollah, che per ore avevano negato qualsiasi responsabilità, sono stati costretti ad ammettere che l’aereo era stato abbattuto da un missile terra-aria, solo perché la verità dei fatti è stata rivelata da informazioni raccolte dall’intelligence dei Paesi occidentali. La rabbia e le proteste sono quindi esplose in molte città iraniane. In particolare stanno facendo il giro del mondo le immagini della manifestazione che mostrano gli studenti che fanno attenzione a non camminare sulle bandiere statunitensi e israeliane dipinte sul viale dell’Università Shahid Beheshti di Teheran. Nei video si vede chiaramente che centinaia di studenti si mettono in fila ai margini delle due grandi bandiere, nel poco spazio rimasto libero sull’asfalto, e si arrabbiano e protestano contro quei pochi studenti che passano sulle bandiere. Si tratta per la prima volta di una clamorosa presa di distanza e di aperta sfida alla propaganda di regime che da anni fa disegnare sulle strade le bandiere di Israele e degli Stati Uniti perché così durante le manifestazioni possano essere calpestate in segno di sfida verso due paesi considerati nemici. «Il nostro nemico non è l’America, il nostro nemico è qui», cantavano ieri gli studenti. «Quelle bandiere sono propaganda, e le persone sono stufe della propaganda, abbiamo problemi economici e sociali di cui il governo dovrebbe occuparsi ma non lo fa».
Così in poche ore dagli slogan ascoltati durante i funerali del generale Qassem Soleimani di «Morte agli Stati Uniti» e «Morte a Israele», si è passati ad altri slogan: «Guardie, siete voi il dittatore», «Siete la nostra Iside», «Vergogna per voi, lasciate in pace il Paese», «Non vogliamo la repubblica islamica» e «Stanno mentendo sul fatto che il nostro nemico è l’America, il nostro nemico è proprio qui».