In Iraq, a Baghdad, c’è una “grande festa popolare” per la morte di Qassem Soleimani, “gli iracheni che soffrono della presenza degli iraniani e delle loro milizie festeggiano mentre altri, come Macron, protestano”. Non rinuncia alla polemica Edward Luttwak, per commentare l’uccisione in un raid Usa del capo dei Pasdaran iraniani che, dice all’Adnkronos, “in questi anni non è stato uno che ha distribuito caramelle ai bambini”, ma non ha calcolato il “fattore Trump, che a differenza di Obama ha risposto e lo ha ucciso”. Il politologo statunitense ricorda che Soleimani “ha organizzato nelle zone urbane siriane i massacri di civili che erano contro il regime di Assad, protetto dall’Iran”. E ancora, “ha tentato per anni di attaccare Israele, ma ha fallito” ed era “dietro agli attacchi contro gli Usa e il governo iracheno nella Zona Verde di Baghdad”. Ora, prevede Luttwak, da parte di Teheran “ci sarà sicuramente una risposta, ma non credo sarà devastante. Se lo sarà, ci sarà un’altra azione per punirla”. L’uccisione di Solemaini, dice ancora Luttwak, “deve essere un avvertimento anche per la Turchia di Erdogan, che vuole mandare i suoi soldati in Libia, che è invece una zona di interesse italiana. Spero che ai turchi non sia permesso di andare in Libia. Il governo italiano deve capire che se Erdogan va in Libia, vengono danneggiati gli interessi italiani non quelli della Finlandia, conclude. (Mli/AdnKronos)