
Con un’affluenza del 76,3% e 1.388 votanti su oltre 1.800 registrati, si sono concluse le elezioni per il rinnovo della delegazione italiana al 39º Congresso Sionista Mondiale, in programma a Gerusalemme nell’ottobre 2025. Un momento storico per la Federazione Sionistica Italiana (FSI), che ha rilanciato le proprie attività dopo anni di inattività, con l’ambizione di costruire una piattaforma ampia, pluralista e realmente rappresentativa del panorama sionista italiano.
Alla consultazione hanno preso parte sette liste, espressione di diverse tradizioni politiche e culturali. Il risultato ha visto Meretz Italia – Hashomer Hatzair, con 469 voti, affermarsi in alleanza con Arzenu, che ha ottenuto 120 voti, come prima forza, seguita da Likud Italia con 516 voti e Mizrachi Benè Akiva Italia con 245. A seguire, Herut, Over the Rainbow – ADI e Shas Italia, quest’ultima ritiratasi dopo aver inizialmente presentato la propria adesione.
“La Federazione esisteva già molti anni fa, ma col tempo si era spenta” spiega Raffaele Turiel, presidente della Federazione Sionistica Italiana. “Su stimolo della World Zionist Organization, ci siamo chiesti: perché l’Italia non dovrebbe avere, come ogni altro Paese, una propria federazione attiva? Così l’abbiamo ricostruita, ma soprattutto abbiamo costruito un’idea nuova: non più una somma di individui, ma un contenitore comune per i movimenti sionisti italiani”. E aggiunge: “Abbiamo messo insieme storie, valori e reti. Il nostro compito ora è dare una missione precisa a questa Federazione: costruire progetti concreti, coinvolgere i giovani, trovare risorse, inserirci nel dibattito mondiale sul futuro del sionismo”. Un punto centrale, per Turiel, è la necessità di “intercettare le esigenze reali della comunità ebraica italiana e creare ponti autentici con Israele. La Federazione non deve solo rappresentare: deve agire dove altri non arrivano”.
Un voto che ha rappresentato molto più di una semplice conta: “Per la prima volta abbiamo avuto una piattaforma trasparente, un regolamento chiaro, un comitato elettorale indipendente. È stato un segnale importante per tutta la comunità,” ha dichiarato Beatrice Hirsch, presidente del Comitato Elettorale. “Non solo un traguardo, ma un punto di partenza”.
Sono stati eletti: Laura Gutman Benatoff (Meretz Italia – Hashomer Hatzair, in alleanza con Arzenu), Rav Moshe Hacmun (Likud Italia) e Raffaele Turiel (Mizrachi Benè Akiva Italia). Tre personalità con esperienze, orientamenti e sensibilità diverse, ma accomunate da una volontà chiara: rilanciare il sionismo italiano e renderlo un ponte vivo tra Israele e la diaspora.
“Il risultato ottenuto in queste elezioni rappresenta una vittoria storica per la sinistra ebraica italiana.” afferma Laura Gutman Benatoff, rappresentante di Meretz Italia – Hashomer Hatzair. “Per la prima volta, l’ebraismo umanista si è fatto sentire forte e chiaro. È un segnale inequivocabile: c’è un desiderio diffuso di un Israele democratico, pluralista e giusto”. Il suo impegno ora guarda al Congresso: “Siamo stati numerosi come mai prima. Ogni voto è stato un atto di fiducia. Lavoreremo da subito con i movimenti progressisti eletti negli altri 25 Paesi. Costruiremo una coalizione internazionale coerente e forte, affinché la nostra voce abbia un peso politico reale. È solo l’inizio”. E aggiunge: “La nostra visione è chiara: uno Stato ebraico e democratico, con giustizia indipendente, diritti uguali per tutti e un impegno concreto per una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese. E vogliamo che nessuno dimentichi i 58 ostaggi ancora a Gaza: il loro ritorno deve essere una priorità nazionale e morale”.
Diversa la lettura di Rav Moshe Hacmun, rappresentante di Likud Italia, che ha ottenuto il maggior numero di voti, 516. “Queste elezioni riflettono la grande fiducia che gli ebrei italiani ripongono nel nostro movimento e nelle liste di centro-destra, che complessivamente hanno raccolto 787 voti”, dichiara. “Non è solo un successo politico: è il frutto di anni di lavoro educativo e identitario, portato avanti con coerenza nel movimento Eli Hay, a Roma e Milano”. Per Hacmun, il voto è anche “una testimonianza di riconoscenza verso i nostri valori: rafforzare i legami con Israele, promuovere l’aliyah, sostenere una politica di sicurezza nazionale, unire religiosi e laici in una visione comune del popolo ebraico”. Ma il messaggio centrale è un appello all’unità: “Le elezioni sono finite. Ora uniamoci. Non possiamo permetterci di restare divisi. È il momento di lavorare insieme per rafforzare l’ebraismo italiano e costruire un ponte ancora più solido con lo Stato d’Israele”.
Prossimo appuntamento: ottobre 2025, Gerusalemme, per il 39º Congresso Sionista Mondiale. Lì si riuniranno 525 delegati da 43 Paesi per discutere il futuro delle relazioni tra Israele e la diaspora, e il ruolo delle federazioni sionistiche nel mondo. L’Italia, con la sua delegazione rinnovata e pluralista, torna a far sentire la propria voce.