David Bowie, Greta Garbo e Sean
Connery non erano ebrei, eppure alcuni dei capi che li hanno resi iconici come
gli abiti di Bowie, i cappelli della Garbo e lo smoking che Connery ha
indossato nei panni di James Bond, furono creati dalle mani di designer ebrei. A tal proposito, un museo londinese sta
cercando di raccogliere alcuni di quei capi di abbigliamento per creare una
mostra che comunichi sull’impatto che le comunità ebraiche londinesi hanno
avuto sull’industria della moda britannica.
Il Museum of London Docklands è
noto per documentare la storia della città come città portuale, raccontando le
storie di coloro che arrivarono sul Tamigi: dagli schiavi africani portati
attraverso la tratta degli schiavi nell’Atlantico agli ebrei immigrati che
arrivarono alla fine del 1800 in fuga dalle persecuzioni dell’Europa orientale.
Come i loro correligionari che arrivarono a New York, molti di quegli ebrei si
ritrovarono nell’industria dell’abbigliamento dopo essere immigrati.
“Gli ebrei hanno lavorato a
tutti i livelli dell’industria della moda a Londra per tutto il ventesimo
secolo, ma l’entità del loro contributo non è stata fino ad oggi
riconosciuta”, ha spiegato la curatrice di moda Lucie Whitmore in una
dichiarazione del museo. “I produttori ebrei hanno fondato l’industria del prêt-à-porter,
si sono fatti strada ai massimi livelli della moda londinese e hanno dominato
Carnaby Street negli anni Sessanta.
Molti di questi designer erano famosi a livello internazionale e molto
rispettati per la loro creatività, abilità e originalità. È un contributo che merita di essere
riconosciuto” ha concluso la curatrice. A partire da ottobre e fino ad aprile
2024, il museo ospiterà la mostra dal titolo: “Fashion City: How Jewish
Londoners Shaped Global Style”.