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    Il 16 ottobre di Roma e Lazio

    Era una fredda mattina di gennaio quando negli uffici della sede della A.S. Roma assieme a Francesco Pastorella, Director Sustainability & Comunnity Relation Departement della stessa, pensammo  che sarebbe stato molto bello da parte delle due società calcistiche romane più importanti, la A.S. Roma e la S.S. Lazio ricordare fattivamente il 16 ottobre 1943, la data che segna l’inizio delle deportazioni degli ebrei di Roma, con il rastrellamento di oltre mille persone solo in quel tragico giorno.

    Nei giorni successivi a quella mattinata di gennaio pensammo di coinvolgere le scuole romane in un progetto che prevedesse il racconto delle storie di ebrei e non ebrei appartenenti al mondo romanista e a quello laziale che si fossero distinti gli uni per appartenenza e fede sportiva, gli altri per aver contribuito a salvare, proteggere ed aiutare gli ebrei in difficoltà, prima a causa delle leggi razziste del 1938, poi per la caccia all’uomo nazifascista nei loro confronti.

    Da lì è partito il coinvolgimento della Fondazione S.S. Lazio 1900, nella persona di Federico Eichberg, e il sostegno della Regione Lazio per un progetto che prevede una serie di incontri tra gli studenti del liceo ebraico Renzo Levi e quelli delle altre scuole romane. In queste iniziative saranno i ragazzi stessi a raccontare, come fossero dei tutor, le storie di chi si è distinto in questa opera salvifica nei confronti degli ebrei perseguitati  e di quegli  ebrei che con la loro passione ed attività sportiva gareggiarono ed onorarono i colori giallorossi e biancoazzurri in varie discipline prima di essere deportati nei campi di sterminio nazisti.

    Il fine del Progetto 16 Ottobre è soprattutto quello di unire Roma e Lazio nel ricordo del 16 ottobre 1943. Protagonisti i giovani, mittenti e destinatari del messaggio, attraverso il supporto dei propri docenti e un grande di lavoro di ricerca presso gli archivi delle due squadre capitoline. Il ruolo degli studenti sarà fondamentale nella definizione del linguaggio per raccontare cosa sia stata la persecuzione e quanto si sia accanita contro esseri umani che erano anche tifosi delle due squadre per la sola “colpa” di essere ebrei, tra l’indifferenza di molti e la solidarietà di altri, che oggi è giusto ricordare.

    Questo messaggio potrà diventare il modo migliore per contrastare quanti ancora, allo stadio e non solo, lanciano slogan o compiono atti di odio antiebraico attraverso scritte, striscioni e cori. Un fenomeno che non deve avere più tolleranza, mentre deve emergere la  parte sana delle due tifoserie, che rappresenta la maggioranza delle stesse. La parte violenta e razzista deve rimanere  fuori dagli stadi.

    Un doveroso ringraziamento va alla Regione Lazio che sostiene l’iniziativa, a Francesco Pastorella ideatore con il sottoscritto, a Tatiana Maggioli della A.S. Roma, instancabile nella sua opera di coordinamento del progetto; profonda gratitudine va naturalmente alle due società romane, la A.S. Roma e la S.S. Lazio attraverso la sua Fondazione, nonché all’assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma Massimo Finzi, come sempre illuminante dispensatore di consigli e suggerimenti, oltre che alle scuole ebraiche medie e liceo, che attraverso i presidi Milena Pavoncello e Benedetto Carucci e i professori Alfi Tesciuba ed Emanuele Levi Mortera si sono prodigati affinché a partire dal 9 novembre prossimo, anniversario della Notte dei Cristalli nel 1938, inizio delle persecuzioni naziste antiebraiche in Germania e poi in Europa, le scuole romane e i nostri giovani comincino a dar vita ad una serie di incontri sulla Memoria perché quel “MAI PIÙ” che tanto spesso evochiamo non sia solo uno slogan, ma una proclamazione di intenti concreta e realizzata. Occorre creare piena consapevolezza che il 16 ottobre non è solo Memoria ebraica, ma una ferita inferta a tutta la città di Roma e ai romani.

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