Dopo il grandissimo successo de La Grande Scommessa, film che racconta l’inizio della crisi dei subprime del 2008, Adam McKay, emergente regista americano torna sui grandi schermi spostando il fuoco della sua analisi dai meccanismi perversi del turbocapitalismo finanziario che hanno portato alla crisi del 2008, al mondo della politica statunitense e internazionale, raccontando una delle figure più controverse degli ultimi decenni, Dick Cheney, definito “uno dei più riservati leader della storia”, figura solo apparentemente di secondo piano che, invece, ha fatto la storia della politica americana degli ultimi decenni. Nonostante il ruolo apparentemente di secondo piano e con scarso potere decisionale, Cheney ha responsabilità fortissime riguardo molti aspetti del mondo contemporaneo: dall’ISIS all’ascesa alla presidenza di Donald Trump, passando per la nascita dei conservative media e dell’alt-right, Guantanamo e altro ancora.
In Vice – L’uomo nell’ombra, McKay racconta tutto quello che c’è da sapere, e che è stato documentato dalla storia e dal giornalismo: dagli anni della giovinezza fino a quella cruciale vicepresidenza al fianco di un George W. Bush, ritratto nel film come un bambinone inetto e inconsapevole, passando per le prime esperienze a Washington al fianco del Donald Rumsfeld che farà riapparire alla Casa Bianca proprio negli anni dell’amministrazione Bush Jr., e molto altro.
Il regista americano utilizza lo stesso stile di La grande scommessa, con un narratore che non esita ad abbattere la quarta parete per svolgere il suo ruolo, e il cui legame con Cheney verrà svelato solo alla fine del film. Come nella precedente pellicola, la densità e il peso specifico delle informazioni fornite vengono stemperate nell’ironia e nell’umorismo, facendo capire allo spettatore anche i concetti più complessi.
Ancora una volta a interpretare i personaggi chiave sono Christian Bale e Steve Carell, nel ruolo di Cheney e di Rumsfeld. Con Bale, trasformato fisicamente a tal punto da risultare quasi irriconoscibile, facendo vedere di nuovo a tutti le sue straordinarie doti di attore camaleontico, capace di interpretare qualsiasi personaggio. Ad affiancare Bale e Carell, ci sono Amy Adams e Sam Rockwell, rispettivamente la moglie di Cheney e George W. Bush.
Come con La grande scommessa, siamo di fronte a un film che ha il coraggio di prendere posizioni nette, eppure allo stesso tempo oggettive, e utilizzare il cinema per fare quello che il sistema dell’informazione non fa più: spiegare i fatti, le cause e le concause di quello che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle.
Il film, che è candidato a sei Golden Globes, tra cui quello per il miglior film, il miglior regista, e miglior attore protagonista per il ruolo di Cheney interpretato da Bale, uscirà nelle sale il 3 gennaio 2019.