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    I libri del lunedì. Questioni bioetiche e diritto ebraico

    Cosa è la Bioetica? Quando nasce? Alcuni rispondono negli anni ’70, altri potrebbero ricordare che è cosa ben più antica, presente nella dottrina ebraica già da molti secoli. La cultura e la dottrina ebraica infatti – come ricorda Rav Caro nella premessa a questa piccola raccolta di interventi organizzati dall’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con il MEIS dall’eloquente titolo “Questioni bioetiche e diritto ebraico” – sono da sempre attente agli sviluppi tecnologici e scientifici, in particolare ai problemi scaturiti dal progresso nel campo della medicina; questo perché la vita ha un’importanza primaria nell’ebraismo. L’uomo infatti è considerato il collaboratore di Dio nell’opera della creazione, un onore che è anche responsabilità. Ne consegue dunque che ogni attività che preserva la vita o la migliora è guardata con interesse, con le dovute accortezze nei confronti di tecniche e ricerche effettuate in modo sconsiderato. 

    Qual è il terreno della bioetica: quello della filosofia morale o della filosofia teoretica? Come far dialogare halakhà e maternità surrogata? È giusto ricorrere all’analisi del DNA mitocondriale – di origine materna – per confermare l’ebraicità di un individuo? 

    Come si declina il cambiamento di genere con i doveri imposti dalle religioni monoteiste laddove i sistemi giuridici di molti paesi riconoscono il principio di autodeterminazione di ciascun individuo? Se una donna ebrea assume una identità maschile potrà fare parte del minian ebraico? Se musulmana potrà assumere il ruolo di imam e guidare l preghiera comunitaria?

    C’è una frizione tra la tradizione ebraica e le idee liberali che considerano il corpo come soggetto, legittimato dunque ad autoimporsi come meglio crede? 

    La bioetica si pone così come nodo centrale della dialettica tra pensiero religioso e laico e questo breve saggio ci ricorda ancora una volta quanto sia doveroso riflettere sui limiti dell’intervento dell’uomo sulla natura e quanto l’ebraismo, da sempre attento ai doveri più che ai diritti, possa offrire a riguardo un prezioso contributo. 

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