I filetti di baccalà fritti fanno parte della tradizione culinaria giudaico-romanesca. Possono essere serviti come antipasto, vicino a supplì, crocchette e carciofi alla giudia o come secondo, accompagnati da verdure. Esportato in tutto il mondo dalla Norvegia vichinga delle Isole Lofoten, il baccalà è il merluzzo bianco conservato sotto sale. È un pesce ricco di proteine e sali minerali, privo di grassi saturi e con un buon contenuto di OMEGA3. Arrivato in Italia grazie ai collegamenti tra mercanti, questo pesce ha trovato vari utilizzi nelle differenti tradizioni culinarie regionali, in particolare nel Lazio.
Ricetta: i filetti di baccalà fritti in pastella per 4 persone
Preparare la pastella con 300 ml di acqua frizzante fredda, 220 gr di farina, 2 cucchiai d’aceto ed un pizzico di sale. Mescolare bene fino ad ottenere un composto omogeneo e denso. Scaldare l’olio per friggere in una padella. Prendere 500 gr di filetti di baccalà ammollato e dissalato. Immergere i filetti nella pastella e friggerli nell’olio bollente fino a doratura. Scolarli e metterli su un foglio di carta assorbente. Servirli ben caldi, accompagnati da qualche fettina di limone fresco.
Curiosità
La parola baccalà deriva probabilmente dal portoghese bacalhau e dallo spagnolo bacalao, termini che trovano la loro etimologia nel latino ‘baculus’ usata dal 1500.
Il baccalà fu portato in Italia per la prima volta dal mercante veneziano Pietro Querini che nel
1432 naufragò in Norvegia, nelle isole Lofoten, dove ebbe modo di osservare la pesca del merluzzo e apprenderne le varie tecniche di conservazione.