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    I 500 anni della prima edizione a stampa del Talmud nel convegno “Judaica cognoscenda et custodienda”

    Judaica cognoscenda et custodienda” è il
    convegno organizzato dalla Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e
    dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI a Roma presso il Centro
    Bibliografico “Tullia Zevi”. L’incontro è stato organizzato in occasione
    dell’anniversario della prima stampa dell’edizione completa del Talmud,
    cinquecento anni fa nel 1522.

    La
    giornata si è aperta con i saluti istituzionali del presidente della Fondazione
    Dario Di Segni, che ha ripercorso la storia della fondazione presentando le
    attività e i numerosi progetti in programma. La presidente dell’UCEI Noemi Di
    Segni ha elogiato le attività della fondazione, sottolineando che «la
    conservazione di un patrimonio è un diamante veramente raro, unico e purtroppo
    sconosciuto, che abbiamo la sfida di far conoscere, ma siccome è un diamante un
    po’ nascosto, il nostro lavoro è farlo uscire alla luce il più possibile»
    aggiungendo di avere «la consapevolezza che deve essere un’eccellenza
    dell’ebraismo italiano da condividere con l’Italia intera, ma anche a livello
    internazionale».

    Durante il
    convegno è stata ripercorsa la storia del Talmud con una particolare enfasi sulla
    catalogazione e sulla valorizzazione del patrimonio librario ebraico. Nella
    prima sessione “Il libro ebraico: la storia, la sua specificità”  è  intervenuto il professore Giancarlo Lacerenza
    (Università L’Orientale di Napoli) che ha parlato degli incunaboli ebraici e
    degli stampatori ebrei nell’Italia del Quattrocento, presentando due esempi
    particolari: Arba’ah Turim di Yaakov ben Asher, impresso in folio su due
    colonne a Piove di sacco, finito di stampare nel 1475 per i tipi di Mešullam
    Cusi, incunabolo esposto al centro bibliografico, e il Peruś ‘al ha-Torah di
    Rashì la cui stampa fu completata nel 1475 a Reggio Calabria. Nella stessa
    sessione è intervenuto anche Angelo Piattelli, esperto e perito di manoscritti
    e libri ebraici che ha trattato la stampa del Talmud in Italia in occasione del
    cinquecentenario dell’editio princeps.

    Tra i
    numerosi progetti presentati, particolarmente ambizioso è “I-Tal-Ya books” esposto
    da Gloria Arbib, consigliera dell’UCEI, volto al censimento dei fondi ebraici
    italiani. Il nome del progetto è stato scelto per il significato ebraico di
    I-tal-ya, Isola della rugiada divina, modo con cui nel medioevo veniva indicata
    da alcuni ebrei la penisola italica. Il progetto di catalogazione del libro
    ebraico è iniziato già nel 2018 e dovrebbe comprendere tra i 35.000 ed i 40.000
    volumi e 47 collezioni. Il progetto vede come partner UCEI, la Biblioteca
    nazionale centrale di Roma, la Biblioteca nazionale di Israele, ed è sostenuto
    dalla Rothschild Foundation.

    ‘I
    problemi di ieri e di oggi: la Preservazione del patrimonio’ è il tema della
    terza sessione del convegno che può essere riascoltato online sulla pagina
    Facebook della Fondazione Beni Culturali Ebraici oltre che sul sito web tv
    UCEI.

    Il
    convegno rivela la vitalità degli studi, la cura, la passione e l’attenzione
    rivolta alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio librario
    ebraico in Italia – attività essenziali per garantire la custodia della
    conoscenza, poiché, come ha sottolineato Giorgio Segré (Fondazione per i Beni
    Culturali Ebraici in Italia) «la memoria non ha senso se non la trasformiamo in
    qualcosa di vivo». 


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