A pochi giorni dalla storica sentenza del Tribunale d’appello di Atene in cui si è stabilito che il partito neonazista antisemita Alba Dorata è una vera e propria organizzazione criminale, sono state rese note le condanne. Al leader nonché fondatore, il sessantenne Nikos Michaloliakos, sono stati inflitti 13 anni di prigione, riconosciuto colpevole di aver guidato e gestito una banda di delinquenti accusata di numerosi crimini tra cui l’odio politico e razziale.
Come chiesto dal pm, il tribunale di Atene ha inflitto 13 anni a Nikos Michaloliakos, leader della formazione, al numero 2 Christos Pappas, all’ex portavoce, a due ex deputati e a un europarlamentare. Ergastolo per l’attivista Glorgos Roupakia per l’omicidio «politico» del rapper antifascista Pavlos Flssas. Questo omicidio, che generò un’ondata di commozione, segnò l’inizio della fine per Alba Dorata
L’ascesa di Alba Dorata era nata nei primi anni 80, con l’aggravarsi della crisi economica greca nel 2012. Il “partito” allo scopo di ottenere voti e arrivare in Parlamento finse di avere abbandonato le istanze neonaziste e di essere diventato sovranista e anti euro. Si trattava però solo di una finzione. Negli anni di crescita, Alba Dorata aveva ottenuto quasi il 10 per cento dei voti nelle varie elezioni legislative diventando il terzo partito greco. Nelle ultime consultazioni Alba Dorata non ha però raggiuntola la soglia del 3% necessaria per entrare in Parlamento.