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    Grande manifestazione a Parigi contro la sentenza Halimi

    I parigini hanno risposto in gran numero all’appello lanciato dal collettivo “Agissons Pour Sarah Halimi”, anche il Grande Rabbino di Francia, il presidente del Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni ebraiche di Francia (CRIF), il Concistoro ed il Fondo sociale ebraico unificato.

    Questa mobilitazione risponde alla conferma, il 14 aprile, dalla Corte di Cassazione francese, dell’impunibilità di Kobili Traoré, presunto assassino di Sarah Halimi, uccisa nel 2017 a Parigi.

     

    Costernazione e collera

    I manifestanti sono scesi in piazza per esprimere la loro solidarietà alla famiglia di Sarah Halimi ma anche stupore e indignazione di fronte alla decisione della Corte di Cassazione, che segue il diritto a scapito della giustizia e lascia impunito un crimine antisemita.

    Sui volantini della manifestazione, Sarah Halimi è rappresentata nei panni di Marianne (simbolo della Francia) con una bandiera francese sul volto e il titolo “Molestata. Assassinata. Defenestrata”.

    Al grido “Tutti uniti per Sarah Halimi!”, i manifestanti portano striscioni con gli slogan “Giustizia delirante, giustizia stupefacente”, “Assassino non giudicato, paese in pericolo”, “Fumare uccide”.

     

    Un crimine antisemita impunito a causa di un disturbo psicotico.

    In conseguenza di un disturbo mentale aggravato dall’assunzione di cannabis, Kobili Traoré è stato dichiarato non imputabile dalla Corte d’Appello, anche se solo due delle tre perizie lo avevano ritenuto incapace di intendere e di volere.

    L’articolo 122-1 del Codice Penale francese prevede che non è punibile una persona priva della capacità d’intendere e di volere per effetto di un disturbo mentale. 

    Nel loro ricorso, le parti civili hanno sostenuto che Traoré avesse la capacità d’intendere e di volere perché aveva scelto consapevolmente la vittima in quanto ebrea, e che, inoltre, il consumo di stupefacenti costituisce una condotta colpevole che esclude la causa di non punibilità.

     

    Una sentenza ingiusta

    La Corte di Cassazione, tuttavia, non ha voluto dare alla legge un’interpretazione stretta né creare un’eccezione nel caso in cui il disturbo mentale sia causato o aggravato dal consumo di stupefacenti. Perciò ha rigettato entrambi i motivi del ricorso.

     

    Una riforma della legge?

    Tali ragionamenti non possono però cancellare tutta la rabbia e lo sconcerto dei manifestanti e della popolazione per il fatto che un atto criminale antisemita così efferato possa restare senza sanzione.

    Il grande successo delle manifestazioni organizzate oggi in Francia e nel mondo mostrano la necessità di una riforma della legge, come promesso dal Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.

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