È il 18 luglio del 1994. Alle ore 10 a Buenos Aires un furgone carico di tritolo esplode nei sotterranei del centro ebraico “Associazione Mutualità Israelita Argentina (AMIA)”. E’ la strage. Muoiono 85 persone ed oltre 200 restano ferite. Nessuno pagherà o verrà processato per la strage terroristica, e malgrado varie piste portino ai probabili responsabili, per quasi trent’anni sull’episodio vi è una cortina di fumo.
Ieri i cittadini, scesi in piazza per manifestare e ricordare, sventolavano le foto in bianco e nero delle vittime e alle 9.53, ora esatta dell’esplosione, le sirene hanno iniziato a suonare. Tra i presenti anche Deborah Lipstadt, l’inviata speciale USA per combattere l’antisemitismo. Lipstadt ha scritto sul suo Twitter: “Oggi ricorre il 28° anniversario dell’attacco di Hezbollah, sponsorizzato dall’Iran, all’Asociación Mutual Israelita Argentina (AMIA), il centro della comunità ebraica di Buenos Aires. L’attentato del 18 luglio 1994 rimane tra i più gravi attacchi antisemiti dopo la Shoah”.
Alcune istituzioni ieri hanno voluto sottolineare come, dopo quasi trent’anni, malgrado gli indizi di colpevolezza, ancora nessuno abbia pagato o sia stato giudicato per ll’attentato. Il World Jewish Congress ha pubblicato un video di tre minuti che mette in evidenza gli eventi della giornata e le successive indagini, osservando che “fino ad oggi nessuno è stato perseguito per l’efferato crimine. Continuiamo a chiedere giustizia”.
Ieri è stato ricordato anche un altro terribile evento. Il 18 luglio 2012 a Burgas, in Bulgaria, un terrorista attaccava un autobus di turisti israeliani. Anche li fu una strage: 6 morti e decine di feriti. Per l’attacco furono sono stati condannati in contumacia due terroristi di Hezbollah.
“Dieci anni fa oggi, le vacanze di 42 persone si sono trasformate in un incubo quando un attentatore suicida è esploso su un autobus che trasferiva turisti israeliani in hotel dall’aeroporto di Burgas in Bulgaria”, ha scritto il gruppo Combat Antisemitism su Instagram. “Cinque israeliani e un cittadino bulgaro sono stati uccisi e più di 30 sono rimasti feriti. Possano i loro ricordi essere per sempre una benedizione”.