Il Parlamento giordano ha votato a favore di una mozione che punta a impedire le importazioni di gas da Israele. Il voto arriva mentre sono in corso le sperimentazioni, che dureranno tre settimane, delle operazione di pompaggio di greggio da Israele verso il regno hashemita, come previsto da un accordo firmato nel 2016 e che vale circa 10 miliardi di euro. La mozione “proibisce” al governo di “importare gas da Israele” e “affida al governo il compito di redigere un disegno di legge” in tal senso al fine di sottoporlo al Parlamento per l’approvazione. L’accordo siglato 15 anni fa affida a un consorzio americano-israeliano il compito di trasportare le riserve di gas israeliane nel Mediterraneo orientale alla Giordania. L’accordo prevede il trasporto di 8,4 milioni di metri cubi di gas al giorno per un periodo di 15 anni, con un’opzione di 1,4 milioni di metri cubi aggiuntivi (dati American Noble, il partner principale del consorzio). All’inizio di gennaio Israele ha iniziato a esportare gas dal giacimento offshore del Leviatano verso i Paesi vicini, Giordania ed Egitto, gli unici due Paesi arabi con cui lo Stato ebraico ha firmato trattati di pace. Ma la novita’ ha scatenato proteste in Giordania, dove molti considerano Israele un nemico: venerdi’ centinaia di giordani hanno manifestato nel centro di Amman per chiedere l’abbandono dell’accordo, con slogan che inneggiavano contro il “gas del nemico” e l'”affare della vergogna”. A tanto masochismo arriva il masochismo dei: giordani preferiscono acquistare gas da altri e a prezzi più alti, piuttosto che acquistarlo dall’odiato Israele.