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    Era un’azione antisemita l’attacco al supermarket JC Kosher, di New Jersey

    Hanno preso un’inaspettata piega antisemita le indagini sull’attacco dell’altro ieri al supermarket JC Kosher, di New Jersey, che ha provocato 6 vittime, tra cui un poliziotto, e tre feriti, tra cui due agenti. 

    Dopo che erano state escluse inizialmente matrici terroristiche, comincia invece a prendere corpo l’ipotesi di un attacco antisemita e questo in base all’analisi e allo studio delle personalità di uno dei due killer, in particolare di David Anderson, che era infatti legato al gruppo dei «Black Hebrew Israelites», organizzazione di neri che si ritengono i veri discendenti degli ebrei delle Sacre scritture. Secondo uno studio del Southern Poverty Law Center – che studia il fenomeno – la maggioranza dei gruppi dei «Black Hebrew Israelites» «non sono nè esplicitamente razzisti, nè antisemiti, e non promuovono la violenza». Allo stesso tempo però avvertiva lo studio che «c’è un settore estremistico emergente, i cui adepti credono che gli ebrei siano impostori diabolici, e condannano apertamente i bianchi come la personificazione del maligno, meritevoli solo della morte e la schiavitù». Negli ultimi anni questi gruppi hanno seguito un percorso speculare a quello dei suprematisti bianchi, diventati più attivi durante l’amministrazione Trump.

    Secondo le immagini delle telecamere di sicurezza, i due terroristi – Anderson, afroamericano di 47 anni con precedenti penali, insieme alla complice Francine Graham – avrebbero preso di mira volutamente il supermarket JC Kosher, punto di riferimento della comunità ultra-ortodossa di questa città, che si estende di fronte a Manhattan, sulla sponda opposta del fiume Hudson. Durante l’assalto a colpi di fucile è rimasto a terra un poliziotto, Joe Seals, padre di cinque figli, ed altre tre persone, un cliente e i due proprietari del supermercato kosher, Leah Minda Ferencz e il marito Moshe Deutsch, membri della comunità chassidica. 

    Meno di 24 ore dopo l’attacco, il presidente Trump ha firmato un decreto esecutivo in cui definisce l’ebraismo una nazionalità e non solo una religione, al fine di incentivare il contrasto e la prevenzione di atti di antisemitismo. Secondo quanto riferito da funzionari della Casa Bianca il provvedimento avrebbe lo scopo di contrastare i movimenti anti-israeliani. Secondo il Titolo VI del Civil Rights Act del 1964, il dipartimentodell’Istruzione può sospendere o revocare finanziamenti destinati a qualsiasi istituzione educativa in cui avvengono pratiche sistematiche di discriminazione «per motivi di razza, colore o nazione di origine». La religione non è inclusa tuttavia tra le categorie «protette» e pertanto Trump vuole aggirare questa lacuna, che espone a rischi discriminatori le persone di religione ebraica, equiparando l’ebraismo a una identità nazionale del Medio Oriente, al pari degli italoamericani o degli americani-polacchi. 

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