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    DAL TERZO REICH AL PROGETTO APOLLO: 50 ANNI FA L’UOMO SULLA LUNA GRAZIE AGLI SCIENZIATI NAZISTI

    La penultima delle V2 operative progettate da Wernher von Braun cadde su un edificio di Whitechapel a Londra il 27 marzo 1945, uccidendo 134 persone. Nel tunnel dove lavoravano gli schiavi del Terzo Reich a Dora Mittelbau, i missili dell’ingegnere aeronautico che soltanto 15 anni dopo avviò verso la luna il Progetto Apollo furono denominati Serie Aggregat. La V2 era pertanto Rakete A4. Quei razzi erano nati a Peenemunde qualche anno prima. Se la Germania nazionalsocialista avesse vinto la guerra, l’Aggregat 12 disegnato da von Braun alla fine del 1944 avrebbe presto rifornito le basi del Terzo Reich sul satellite naturale della terra. Poi le colonie su Marte, costruite a costo della vita dell’ultimo milione di deportati, sarebbero infine state la base operativa perfetta per le successive spedizioni interplanetarie. Spiace dirlo, non è la fantascienza di Philip K. Dick e neppure quella di Vaterland. La maledizione nazista fu la pietra tombale delle missioni Apollo. La memoria storica, si sa, quando è troppo scomoda viene disinnescata rendendola istituzionale. Le tute spaziali come anche i sistemi di pressurizzazione dei jet di linea devono molto agli esperimenti di medici e ingegneri nazisti sulle cavie umane fornite a costo zero dai campi di internamento. Nell’imminenza delle trionfali rievocazioni per il mezzo secolo dello sbarco sulla luna piacerebbe ascoltare qualche voce ebraica, e magari anche una parola ufficiale in ricordo degli internati militari italiani che a centinaia morirono per le V2. “One small step for a man, one giant leap for mankind”: un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità. Sono giustamente entrate nella storia le parole che Neil Armstrong pronunciò in mondovisione appena sceso sul suolo lunare alle 02.56 UTC del 21 luglio 1969. Alla missione Apollo 11 ne seguirono altre 6. Apollo 17, l’ultimo, scese sulla luna il giorno 11 dicembre 1972. Poi più nulla. Project Apollo, il celebre Programma Apollo che aveva portato la NASA sul nostro satellite e avrebbe dovuto aprile la via verso l’insediamento umano su Marte, fu invece bruscamente interrotto. Nessuno ne conosce la ragione. Alimentando anche il sospetto che la inevitabile militarizzazione di una base permanente si sarebbe trasformata nel casus belli per la fine di tutto, cioè il confronto nucleare con l’Unione Sovietica della guerra fredda. Armstrong ha lasciato per sempre questo mondo il 25 agosto 2012. “Sotto terra c’erano le sale delle V2. Con le mani che sanguinavano i deportati inserivano la lana di vetro nel corpo dei razzi.”. Mario D’Angelo ha raccontato in un libro breve e terribile la vicenda tuttora poco conosciuta dei 60.000 schiavi del Terzo Reich che lavorarono nella fabbrica sotterranea dei missili di Hitler a Mittelbau-Dora. Era uno dei campi del comprensorio di Buchenwald, presso la città di Nordhausen, Germania centrale, Turingia e Harz attuali. D’Angelo ricordava bene von Braun. Ma non fu in grado di menzionare sprazzi di umana pietà. Wernher era innanorato del proprio lavoro, sognava di portare il Reich sulla luna e poi su Marte. Dopo la guerra si disse pentito. Non fu certamente un nazista fanatico. Gli interessava il bersaglio, a qualunque costo. Era comunque diverso da molti altri, criminali impresentabili e spietati, riciclati dagli alleati come anche dai sovietici, con le rispettive coperture postbelliche Paperclip e Osoaviakhim. Il missile Saturn 5 realizzava il progetto definitivo di von Braun. Gli Aggregat, negli USA, erano dunque cresciuti a dismisura. Potevanomettere in orbita 118 tonnellate. Sulla superficie lunare ne sarebbero arrivate fino a 41. Wernher von Braun aveva trascorso quasi tre mesi nelle carceri della Gestapo. Fu una carta decisiva che seppe giocare molto bene quando si consegnò ai servizi segreti americani. L’accusa?  Semplice, anzi scontata. La sorveglianza SS-Gestapo sosteneva che quel geniale ingegnere fosse più interessato allo sbarco sulla luna che alla distruzione di Londra. E qualcuno temeva che il sospettato avesse anche la segreta intenzione di contattare gli extraterrestri.

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