A poco più di due mesi dall’entrata in vigore delle sanzioni Usa, le esportazioni di petrolio dall’Iran stanno crollando. Nella prima metà di agosto, secondo stime preliminari di Platts, Teheran ha inviato all’estero 1,68 milioni di barili al giorno tra greggio e condensati, una riduzione di quasi un terzo rispetto a luglio, quando aveva esportato 2,32 mbg in media. È l’India in particolare ad essersi tirata indietro, per il timore di incorrere nelle sanzioni secondarie minacciate da Washington. Tengono invece gli acquisti della Cina, che secondo indiscrezioni di stampa si sarebbe accordata per utilizzare navi iraniane. I clienti europei a sorpresa hanno invece riportato l’importai livelli abituali (631.814 bg, dopo la caduta a 465.450 bg in luglio). L’allarme Iran ha contribuito a rilanciare le quotazioni del greggio, anche perché Teheran ha minacciato di colpire obiettivi negli Stati Uniti e in Israele dopo che il consigliere alla sicurezza John Bolton ha promesso che gli Usa eserciteranno la «massima pressione» sulla Repubblica islamica, eventualmente spingendosi oltre le sanzioni economiche.