Il governo
francese ha deciso di richiamare l’ambasciatore di Francia in Italia”,
Christian Masset, “per consultazioni, alla luce della situazione senza
precedenti”. E’ quanto si legge in una nota della portavoce del ministero
degli Esteri di Parigi.
“La
campagna per le elezioni europee non può giustificare la mancanza di rispetto
per ogni popolo o la sua democrazia. Tutti questi atti creano una situazione
seria che mette in discussione le intenzioni del governo italiano nei confronti
della sua relazione con la Francia”. E’ un passaggio della dichiarazione
del ministero degli Esteri francese, che prosegue:”La Francia è oggetto da
diversi mesi di accuse ripetute, attacchi senza fondamento, dichiarazioni
oltraggiose”. “Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione
supplementare e inaccettabile” e “violano il rispetto dovuto alla
scelta democratica fatta da un popolo amico ed alleato”. Esse
“violano il rispetto che deve esistere tra governi democraticamente e liberamente
eletti”. “La Francia – prosegue la nota – invita l’Italia ad agire per ripristinare
il rapporto di amicizia e rispetto reciproco, in linea con la nostra storia e
del nostro destino comune”.
Il richiamo
senza precedenti dell’ambasciatore francese in Italia Christian Masset, arriva
al culmine di una tensione diplomatica sull’asse Roma-Parigi, che il 21 gennaio
scorso aveva visto la convocazione al ministero degli Esteri francese della
nostra ambasciatrice a Roma, Teresa Castaldo, dopo le parole del vice premier
Luigi Di Maio sulla ‘moneta coloniale’. Il capo politico dei grillini, durante
una manifestazione del M5S in Abruzzo, aveva affermato che “la Francia
continua ad avere delle colonie di fatto, con il franco”. Parigi, secondo
il ministro, usa tali risorse “per finanziare il suo debito pubblico”
e parallelamente “indebolisce le economie di quei paesi da dove, poi,
partono i migranti”. Dichiarazioni che il Quai d’Orsay, ricevendo l’ambasciatrice,
aveva definito “inaccettabili”.
Le tensioni
delle ultime ore – con le dichiarazioni di ieri della portavoce del ministero
per gli Affari europei, che aveva definito “una provocazione
inaccettabile” l’incontro del giorno prima tra Di Maio e una delegazione
di gilet gialli a sud di Parigi – costituiscono il nuovo capitolo di un
rapporto che, dallo scorso anno, è stato condizionato da un confronto spesso
aspro sul tema dell’immigrazione.
A marzo è
esploso il primo caso Bardonecchia, legato agli sconfinamenti contestati agli
agenti francesi che si sono ripetuti anche in autunno.
“A
seguito di quanto accaduto a Bardonecchia nella serata di venerdì 30 marzo, il
ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha
immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi, sia tramite l’Ambasciata
di Francia a Roma, sia tramite la nostra Ambasciata a Parigi”, spiegava un
anno fa la Farnesina. “Non avendo ricevuto alcuna giustificazione per il
grave atto (considerato del tutto al di fuori della cornice della
collaborazione tra Stati frontalieri), si è deciso di convocare oggi
pomeriggio, alla Farnesina, l’ambasciatore di Francia in Italia, Christian
Masset”, aggiungeva il ministero degli Esteri. All’epoca, “il
Direttore Generale per l’Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha
rappresentato all’ambasciatore la ferma protesta del Governo italiano per la
condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile e ha
manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre
richieste di spiegazioni”.
A giugno, invece, i toni si sono
alzati in relazione alla vicenda che ha coinvolto la Aquarius. La nave, dopo la
chiusura dei porti italiani, ha attraccato a Valencia. La posizione del governo
italiano è stata criticata in Francia ai più alti livelli. Il 13 giugno,
quindi, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha convocato alla
Farnesina l’ambasciatore Masset e, data la sua assenza da Roma, ha ricevuto
l’Incaricata d’Affari, Claire Anne Raulin. Moavero, come ha spiegato la Farnesina,
nella circostanza “ha comunicato che il governo italiano considera
inaccettabili le parole usate nelle dichiarazioni pubbliche rese” il 12
giugno “a Parigi, anche a livello governativo, sulla vicenda della nave
Aquarius. Il ministro Moavero ha chiarito che simili dichiarazioni stanno compromettendo
le relazioni tra Italia e Francia”. Nella nota, venivano stigmatizzati i
toni “ingiustificabili, tenuto conto che da molti mesi ormai il nostro
Paese ha pubblicamente denunciato l’insostenibilità dell’attuale situazione di
latitanza di un approccio coordinato e coeso a livello europeo circa la gestione
dei flussi migratori, rispetto ai quali l’Italia non si è mai tirata
indietro”.