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    Coronavirus, Germania teme seconda ondata e impone lockdown locale

    Crescono i timori per una seconda ondata di contagi in Germania: a preoccupare sono i nuovi focolai individuati a Guetersloh, a Berlino e a Gottinga. In particolare il primo, dopo il superamento della soglia di 50 casi ogni 100mila abitanti, ha portato alla decisione del Laender di imporre un nuovo lockdown nel distretto del Nord Reno Vestfalia fino al 30 giugno. A Berlino e Gottinga, invece, si contano interi complessi residenziali posti in isolamento. Nella capitale sono circa 369 le famiglie in quarantena, dopo che 70 persone sono risultate positive nel quartiere meridionale di Neukölln. A Gottinga sono 700 le persone in isolamento, dopo che 120 persone sono risultate positive, e diverse le scuole chiuse. 

    In Germania, quindi il fattore R è salito a 2,76, le autorità sanitarie temono una seconda ondata ma ritengono che la situazione possa essere ancora evitata e serve cautela. Per Lothar Wieler, numero uno del Robert Koch Institute, l’innalzamento del fattore R è legato “ai cluster locali”, quindi, “posso solo chiedere di continuare a prendere la malattia seriamente per quanto lo è”. Wieler ha anche sottolineato che, poiché il numero totale di nuove infezioni è rimasto relativamente piccolo, nel Paese ci sono 6.300 casi attivi (con 192.157 contagiati e 8.909 morti), il fattore R non deve essere sopravvalutato. E’ necessario, quindi, reagire rapidamente e isolare i casi per evitare una diffusione. Per questo motivo nelle scorse settimane il governo centrale e quelli locali avevano stabilito un limite massimo di nuovi contagi, 50 ogni 100mila abitanti in sette giorni, per imporre misure restrittive e di contenimento. Questo valore è stato superato da due distretti del Nord Reno Vestfalia (Guetersloch e Warendorf) e per entrambi si ritiene responsabile il cluster dello stabilimento Toennies, dove sono stati registratri 1.553 casi positivi. Dopo aver ricevuto questi dati, il premier del Laender tedesco Armin Laschet, ha annunciato il lockdown con il regime di distanziamento sociale previsto a marzo, la chiusura di quasi tutte le attività che prevedono assembramenti, come concerti, cinema, musei, palestre, piscine e saune. 

    I ristoranti potranno servire soltanto da asporto. E’ stata poi stabilita la quarantena obbligatoria per 7.000 dipendenti della Tönnies, che sono controllati dagli agenti di polizia e isolati con un recinto di metalli. Laschet ha detto che il lockdown era “inevitabile” a causa “del più grande evento di contagi” del Paese. Per il momento, le regole si applicano fino al 30 giugno o fino a quando “non avremo la certezza dei numeri dei contagi”, perché si tratta di una “misura profilattica”. Il Laender non ha però imposto ai suoi residenti il divieto di viaggiare all’esterno della zona. (Askanews)

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