L’Autorita’ nazionale palestinese (Anp) ha deciso di chiudere e sigillare tutti i territori per trenta giorni per timori di diffusione del coronavirus. Il Paese non e’ attrezzato a fronteggiare l’emergenza, esplosa con la conferma di sette casi nel governatorato di Betlemme. I contagiati sarebbero stranieri e dipendenti di un albergo dove hanno soggiornato dei turisti greci che, al ritorno in patria, sono risultati positivi. Tutti i tamponi vengono inviati ad un ospedale israeliano per i controlli del caso. Il premier palestinese, Mohammad Shtayyeh, ha annunciato in un discorso alla televisione locale la decisione di chiudere il Paese per un mese. Il suo discorso e’ in linea con quanto aveva gia’ fatto sapere ieri sera il presidente Abu Mazen, che aveva dichiarato per un mese lo stato di emergenza a partire dalla 8.00 di venerdì. Il premier ha chiarito che per un mese resteranno chiuse le scuole, tutte le localita’ turistiche e religiose, i parchi nazionali. Sono state cancellate inoltre tutte le prenotazioni negli hotel per i turisti stranieri. Cancellate, fino a data da stabilire, tutte le conferenze internazionali, le riunioni, e qualsiasi manifestazione. Il premier ha inoltre invitato la popolazione ad evitare il piu’ possibile gli spostamenti tra una citta’ e l’altra, e ai residenti a Betlemme, dove si sono verificati i sette casi, di star quanto piu’ possibile a casa. Il governo, ha detto il premier palestinese, sta studiando una misura per bloccare anche le frontiere esterne. A tutti i turisti e’ vietato restare nei Territori palestinesi e tutte le cerimonie religiose sono al momento proibite, facendo temere per la Pasqua. Vietati anche i comunicati stampa tranne quelli autorizzati direttamente dall’ufficio del primo ministro.