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    Caos al porto iraniano di Shahid Rajaee: salta il sistema informatico

    Sarebbe stato un cyber attacco israeliano a bloccare il porto iraniano di Shahid Rajaee il 9 maggio, come rappresaglia all’attacco informatico condotto da Teheran lo scorso 24 aprile contro il sistema idrico israeliano. A raccontare la guerra informatica segreta fra Israele e Iran è il Washington Post, che cita funzionari d’intelligence della cybersicurezza americani e di altri paesi. Il 10 maggio l’Iran ha ammesso un attacco informatico al porto avvenuto il giorno prima, ma ne ha minimizzato la portata. A quanto raccontano le fonti del Washington Post, l’attacco è stato invece “molto accurato” e ha provocato “uno scompiglio totale” a Shahid Rajaee il più recente dei due terminal portuali della città iraniana di Bandar Abbas, nello stretto di Hormuz. Tutti i computer che regolano il traffico delle navi, dei camion e dei container si sono fermati contemporaneamente creando un maxi ingorgo nelle acque del porto e sulle strade che conducono ai moli. Immagini satellitari visionate dal quotidiano mostrano code di chilometri sulle strade dirette a Shahid Rajee il 9 maggio, mentre ancora il 12 maggio dozzine di navi container erano in attesa a largo. Una fonte americana con accesso ai file dell’intelligence ha detto al Post che si ritiene l’attacco sia stato opera degli israeliani

    Le fonti mettono in relazione l’attacco al porto a quello avvenuto il 24 aprile contro almeno due sistemi di distribuzione della rete idrica in aree rurali israeliane. Gli hacker hanno cercato di colpire i computer che regolano il flusso dell’acqua, il trattamento delle acque sporche e l’aggiunta di cloro. Il cyber attacco è stato individuato e neutralizzato prima che vi fossero danni significativi. La notizia dell’attacco informatico è uscita, sempre sul Washington post, l’8 maggio, alla vigilia dell’operazione contro il porto iraniano. Il giornale, citando fonti d’intelligence, attribuiva all’Iran il cyber attacco contro la rete idrica israeliana, spiegando che gli hacker erano passati attraverso server americani ed europei. Israele non ha commentato e l’Iran ha negato. Se quanto riportato è vero, significa che Israele ha esteso al cyberspazio la stessa dottrina applicata in Siria, dove le postazioni iraniane vengono regolarmente attaccate ogni volta che c’è una minaccia da parte di Teheran. Israele non conferma né smentisce i raid, esattamente come è avvenuto per l’attacco informatico al porto. Che lo scontro fra Iran e Israele avvenga anche nel cyberspazio non può certo stupire. L’anno scorso il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato che vengono “costantemente individuati e contrastati” attacchi iraniani alle reti informatiche israeliane. Anni fa israeliani e americani hanno danneggiato i computer degli impianti iraniani di arricchimento dell’uranio con il virus informatico Stuxnet, in un’operazione che nessuno degli interessati ha mai confermato. (Civ/Adnkronos)

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