A pochi
giorni di distanza uno dall’altro sono accaduti in Italia due fatti esattamente
contrapposti, che devono far riflettere tutti noi e farci capire quale strada
dobbiamo intraprendere per combattere la violenza, i soprusi, la prevaricazione,
l’accanirsi del forte contro il debole. La
scorsa settimana a Civitanova Marche abbiamo assistito ad uno degli assassinii
più biechi e feroci degli ultimi anni con l’uccisione di Alika, colpevole di aver chiesto con insistenza ad un passante
di comprare una delle sue merci: l’uomo è stato ucciso brutalmente a mani nude,
nell’indifferenza di chi, senza intervenire, ha pensato bene di filmare
l’accaduto come se fosse davanti a un set cinematografico e non a un delitto
efferato che si sarebbe potuto fermare se solo qualche coraggioso avesse
opposto resistenza e avesse bloccato l’aggressore. L’avvenimento è esattamente
il contrario di quanto avvenuto a Roma la scorsa notte, quando due giovani
uscendo dalla discoteca e vedendo una donna picchiata brutalmente da un
energumeno, invece di girarsi dall’altra parte e far finta di nulla sono
intervenuti in difesa della malcapitata cercando di sottrarla dalla furia del
violento ricevendo in cambio anche loro botte e coltellate, ma riuscendo così
ad evitare che la donna subisse danni ben più gravi ed irrimediabili per la sua
vita.
Questo è l’esempio
che ci rincuora e ci fa capire che non tutto è perduto, perché se ancora
esistono persone, a maggior ragione giovani, che non vogliono piegarsi alla
logica della violenza e della prevaricazione e che decidono di mettere a
repentaglio la propria incolumità per intervenire in difesa del più debole,
ancora abbiamo la speranza che si possano costruire una società ed un mondo
migliori.
L’indifferenza
è il male oscuro della civiltà e questi ragazzi intervenuti in difesa di una
giovane donna brutalizzata. Credo che vadano premiati e che la loro azione
venga messa in risalto come esempio da chi governa la nostra città e la nostra
nazione, proprio perché da questi esempi positivi si possa e si debba ripartire,
affinché un giorno tutto questo possa diventare la normalità. L’azione, la
difesa del più debole, il ribellarsi all’odio e al sopruso dovrebbero diventare
la regola e non l’eccezione, mettendo ai margini della società chi compie
questo tipo di crimini.