Dall’altra parte del telefono la sua voce si rompe nel pianto: buongiorno sorellina, oggi è un giorno triste nel quale ho perduto tutti i miei fratelli rodioti deportati dai nazisti nel campo di sterminio di Auschwitz/ Birkenau. Oggi nonostante il Covid con il ricovero in ospedale sono finalmente tornato a Rodi, nella mia terra, nell’isola delle rose con i suoi profumi, sono tornato a ricordare i miei fratelli e l’intera mia famiglia rodiota. Non potevo non venire dopo due anni. Il mio è un dovere quello di raccontare la mia vita e quella dei miei fratelli.
Sami Modiano nasce a Rodi il 18 luglio 1930 da una famiglia molto unita formate dal padre, dalla madre e dall’amatissima sorella Lucia.
La sua vita felice è bruscamente interrotta, come quella di tutti i ragazzi ebrei in Europa dapprima dalle leggi naziste e poi dalla deportazione. Perduta la mamma prima della deportazione torna solo senza nessun più familiare, padre e sorella uccisi a Birkenau, comincia un’altra vita mattone dopo mattone con Selma la sua adorata moglie.
Nei suoi racconti mai una parola di risentimento per quello che è stato ma soltanto il desiderio che alimenta giorno dopo giorno di raccontare soprattutto ai ragazzi nei confronti dei quali rimpiange la mancanza di un abbraccio. La sua testimonianza entra costantemente nei cuori di chi lo ascolta.
Ameah vesrim Sami!