A 24 anni dell’attentato che causò a Buenos Aires 85 morti e oltre 300 feriti, l’Associazione di mutualità israelita argentina (Amia) ha tenuto ieri una commemorazione in cui i presenti hanno reclamato giustizia e chiesto che i sospettati iraniani siano estradati e processati in Argentina. Sopravvissuti all’attacco, famigliari delle vittime, dirigenti della comunità ebraica, funzionari governativi e diplomatici si sono dati appuntamento davanti alla sede dell’associazione al numero 663 della via Pasteur, dove alle 9,53 del 18 luglio 1994 scoppiò una bomba che fece la più grave strage della storia argentina. Lo slogan scelto quest’anno era “In tempi di impunità, consolidare la memoria e fare giustizia”, e dopo la lettura dei nomi delle vittime e il suono della sirena, il presidente della Amia, Agustín Zbar, ha ribadito che continua l’impunità per rendere giustizia a quanto accaduto, ed ha sollecitato il presidente Mauricio Macri a “fare di più” e ad intraprendere “azioni concrete” per trovare i responsabili dell’attentato. Zbar ha poi aggiunto di ritenere intollerabile che “gli accusati (Moshen) Rabbani, (Alí Akbar) Velayati, (Ahmad Reza) Ahsgari, (Alí) Fallahijan, (Mohsen) Rezai, (Ahmad) Vahidi y (Hadi) Soleimapour possano attraversale le frontiere del loro Paese (Iran) dove hanno rifugio e protezione salvaguardando la loro impunità”.