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    ANTISEMITISMO IN FRANCIA: NON È UNA NOVITÀ DI OGGI. UNA LUNGA LISTA DI AZIONI ODIOSE E OMICIDI

    La tomba profanata con svastiche nel Giardino della memoria
    nei pressi del cimitero di Champagne-au-Mont-d’Or, vicino Lione e le ottanta
    lapidi vandalizzate nel cimitero ebraico di Quatzenheim, a pochi chilometri da
    Strasburgo, nella Francia orientale, non rappresentano un episodio a sé stante
    ma la punta dell’iceberg di una lunga storia di violente azioni antisemite perpetrate
    negli ultimi trent’anni. Su tutte gli attentati terroristici, come quello del
    gennaio 2015 in cui vennero trucidate quattro persone nel supermarket kasher
    “Hyper Cacher” a Vincennes vicino Parigi o la strage del marzo 2012 nella
    scuola ebraica di Tolosa Ozar Hatorah in cui furono giustiziati un insegnante
    di religione assieme ai suoi due figli di 4 e 5 anni e una bambina di 8 anni.
    Inseguiti e trucidati a caso. O l’assassinio di una anziana sopravvissuta alla
    Shoah, Mirelle Knoll, trucidata a marzo del 2018

    Il ministro  francese
    dell’Interno, Christophe Castaner, ha annunciato che nel 2018 gli atti
    anti-ebraici sono cresciuti del 75% in un anno passando da 311 nel 2017 a 541.
    “L’antisemitismo si diffonde come un veleno, un fiele. Attacca, fa marcire le
    menti, uccide”, ha avvertito il ministro visitando a Sainte-Genevieve-des-Bois,
    il luogo dove fu ucciso il giovane ebreo Ilan Halimi nel 2006, torturato per 24
    giorni dai suoi rapitori e assassini che alla fine dell’agonia lo misero dentro
    un sacco, lo accoltellarono e gli diedero fuoco. Anche lui scelto a caso da un
    commando nazi-islamico solo perché ebreo che, per loro, equivaleva a un ricco
    da sequestrare. Ilan in realtà faceva il commesso in un negozio di telefonia
    della banlieu sul boulevard Magenta. La mattina dell’11 febbraio di quest’anno,
    sul luogo della sua morte dove sorgono due alberi piantati in sua memoria, è
    stata scoperta una profanazione, con le due piante segate e danneggiate.

    Nel maggio del 1990 nel cimitero ebraico di Carpentras, a
    pochi chilometri da Avignone, furono profanate 34 tombe e un cadavere venne
    impalato. Un luogo simbolo di tolleranza e della comunità israelita francese,
    quello della cittadina: nel Duecento, quando apparteneva allo Stato pontificio,
    vi si rifugiarono 6-700 famiglie israelite. Il Papa accordò la sua protezione e
    offrì un quartiere, detto La Juiverie, nel quale gli ebrei potevano praticare
    liberamente la loro religione. E proprio nel ghetto di Carpentras sorse quella
    che è la più antica sinagoga francese.

    Altro dato preoccupante è quello che deriva dall’eterogeneità
    di chi si macchia di episodi antisemiti. Il 16 febbraio scorso un gruppo di
    gilet gialli ha aggredito il filosofo francese di origini ebraiche Alain
    Finkielkraut, riconosciuto per strada vicino a casa sua: «sporco ebreo», «il
    popolo ti punirà» alcuni degli insulti e delle minacce gridate da un gruppo;
    nelle banlieu è comparsa una svastica disegnata su un ritratto di Simone Veil,
    mentre un’altra scritta “Macron’s Jews bitch” ha imbrattato la
    saracinesca di un garage. 

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