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    Addio a Vivi Buaron, il cuore della Jerusalem Foundation Italia

    Una donna generosa, sempre pronta ad aiutare. Queste le prime parole che vengono pronunciate da chiunque abbia conosciuto Vivien Buaron, Vivi, ebrea di origine tripolina, scomparsa a Roma il 10 agosto.

     

    Co presidente, insieme ad Ermanno Tedeschi, della Jerusalem Foundation Italia, Vivi ha dedicato gran parte della sua vita agli altri: in prima linea ad ogni evento culturale e di beneficenza.

     

    “Ricordiamo una donna discreta, elegante e generosa, sempre vicina alla nostra Comunità, alle istituzioni ebraiche e ad Israele. Lei ha sempre perseguito i valori in cui credeva. – Dice la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello – Per noi Vivi resta un esempio da seguire ed un monito su come affrontare le difficoltà della vita: lei lo ha sempre fatto con coraggio, determinazione e con quella capacità di unire che l’ha contraddistinta”. Vivi partecipava spesso alle iniziative del Museo Ebraico di Roma, che la ricorda con affetto.

     

    Tra le caratteristiche di Vivi, un grande amore per Israele e una forte dedizione religiosa, che ha saputo trasmettere a chi la circondava:

     

    “Ho perso una grande amica. Era generosa, sempre pronta ad aiutare chi ne avesse bisogno; era una persona intelligente, colta, amorevole- la ricorda Mirella Haggiag, cara amica di Vivi- ci univa il forte amore per la religione: mi aiutava durante le festività, spiegandomi come fare le mitzvot. La sua perdita è stata un grande shock”.

     

    Una volta entrata a far parte della Jerusalem Foundation, ha dedicato il suo tempo e le sue energie ad eventi, raccolte fondi e attività legate all’ebraismo.

     

    “Ci siamo conosciuti a Roma, dove avevo la Galleria e da lì le nostre collaborazioni sono diventate sempre più frequenti: insieme abbiamo organizzato la festa per i 90 anni di Rav Toaff- racconta Ermanno Tedeschi, Vice Presidente insieme a Vivi della Jerusalem Foundation Italia- l’esperienza alla Jerusalem Foundation è stata ottima, perché Vivi ad essere coinvolta in prima persona in quelle iniziative: coinvolgeva moltissime persone per partecipare agli eventi; ne facevamo di ogni tipo: cene di gala, aste, viaggi in Israele, che hanno riscosso moltissimo successo, senza dimenticare eventi culturali. Teneva particolarmente alla Fondazione e ha continuato a dedicarle tutta se stessa, nonostante la malattia. In occasione di una mostra che ho curato a Milano, a Binario 21, le presentai Liliana Segre, che rimase per lei un simbolo.

     

    L’amicizia per Vivi era sacra. Quando ho inaugurato una mostra a Roma pochi mesi fa, ha invitato tutti i suoi amici e tutti quelli che conosceva. Aveva una grandissima voglia di vivere, soprattutto negli ultimi tempi.

     

    La sua perdita ha lasciato un vuoto incolmabile, non esistono donne come lei, con la sua forza, la sua dedizione alla famiglia e alla Comunità e un grande amore per Israele”. Ed è proprio in Israele che Vivien ha chiesto di essere sepolta.

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