L’autore israeliano Uri Orlev si è spento martedì all’età di 91 anni. Una carriera piena quella di Orlev, dedicata interamente alla didattica per l’infanzia, l’autore è annoverato tra le voci più autorevoli della scrittura israeliana. Ha scritto romanzi, racconti e circa trena libri per bambini, tradotti in trentotto lingue. Tanti furono i riconoscimenti di Orlev: vinse il premio Andersen nel 1996, considerato il premio più prestigioso nella letteratura per l’infanzia; il Premio del Primo Ministro israeliano per le opere letterarie ebraiche nel 1972 e il Premio Bialik per la letteratura nel 2006.
Come si possono raccontare i sentimenti provati dai bambini ebrei durante la Shoah? Come si riesce a descrivere l’emozione e la paura dell’arrivo nello Stato Ebraico dopo l’incubo del nazismo? Orlev, ci riuscì. Fu infatti in grado di raccontare l’atrocità della Shoah a moltissimi ragazzi di tutto il mondo, narrando le vicende della Seconda guerra mondiale attraverso il ritmo dell’avventura, con passione e un filo di ironia. Come, ad esempio, nel libro “I soldatini di piombo” (Fabbri Editore) scritto nel 1956. I protagonisti del racconto Yurek e Kazik sono due fratellini ebrei che perdono tutto a causa della violenza nazista. Mentre il loro mondo va in frantumi resta come unico appiglio il loro gioco preferito: i soldatini di piombo. Un’allegoria dell’infanzia a cui i due ragazzi si appigliano nonostante tutta la violenza intorno a loro. Non solo, Orlev tradusse anche opere di letteratura polacca in ebraico.
Uri Orlev nacque nel 1931 a Varsavia come Jerzy Henryk Orlowski. Sua madre fu uccisa dai nazisti e suo padre fatto prigioniero dai russi. Insieme a suo fratello, Orlev fu nascosto da un membro della famiglia nel ghetto di Varsavia, in cui venne successivamente catturato dai nazisti e spedito al campo di sterminio di Bergen-Belsen. Due anni dopo il campo fu liberato dagli inglesi. Orlev e suo fratello riuscirono ad arrivare nel nascituro stato d’Israele, nel kibbutz Ginegar. Il padre, sopravvissuto alla guerra, arrivò in Israele nel 1954. Orlev cominciò a scrivere letteratura per bambini negli anni ’70 diventando uno dei più importanti autori per ragazzi. La poesia e il candore con la quale riuscì a raccontare le pagine più tristi del Novecento gli garantirono fama e rispetto anche fuori dallo Stato d’Israele.
Il primo ministro Yair Lapid ha scritto che Orlev era “uno dei più grandi scrittori di libri per bambini. I nostri figli sono cresciuti con lui. I suoi ricordi della Shoah e della nascita dello Stato d’Israele hanno insegnato loro la nostra storia. La sua eredità rimarrà con noi per sempre”. Il ministro della Cultura e dello sport Chili Tropper ha aggiunto che i libri di Orlev “riuscirono a descrivere la sua giovinezza durante la Shoah e la sua immigrazione in Israele in maniera unica. Riuscendo a rendere anche i temi più complicati accessibili a bambini e adolescenti attraverso la sua scrittura unica”.