«Non erano musicisti, ma soldati
delle SS che occupavano il Paese con la complicità dei fascisti e che
deportavano gli ebrei nei campi di sterminio. Viva i partigiani che hanno messo
a rischio la loro vita per restituire libertà e sovranità all’Italia».
Questa la
risposta su twitter della Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth
Dureghello alle affermazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa sull’attentato
di Via Rasella del 23 marzo 1944, da cui scaturì la rappresaglia delle Fosse
Ardeatine. La Russa, intervistato nel podcast di Libero Quotidiano, in merito a questo tema ha affermato che «è
stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza: quelli uccisi furono
una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS, sapendo benissimo
il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non».
In una
nota, La Russa ha poi precisato: «Confermo parola per parola la mia condanna
durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho
definito “una delle pagine più brutali della nostra storia”. Confermo, altresì,
che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di
altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita
“ingloriosa” bensì “tra le meno gloriose della resistenza”».