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    «Nessun problema con mix vaccini diversi» parla l’esperto israeliano Leshem

    «Non c’è alcun motivo per aspettarsi
    problemi o prevedere pericoli nel somministrare dosi di vaccini diversi». Eyal Leshem, direttore del Centro per
    la Medicina di viaggio e le malattie tropicali allo Sheba Medical
    Center
    in Israele e
    professore alla Scuola di Medicina dell’Università di Tel Aviv, non ha esitazioni rispetto all’esigenza, in primo piano anche in
    Italia, di mixare dosi di AstraZeneca e Pfizer nel corso della campagna di vaccinazione. « La medicina – continua il professore
    al telefono con Shalom – usa diversi tipi di vaccini contro le stesse malattie
    da molti anni. Lo abbiamo fatto per la poliomielite così come per lo
    pneumococco. Non ci sono motivi per ritenere che nel caso del Covid19 sia
    diverso».

    Escluse le
    ipotesi di rischio, lo
    specialista israeliano in malattie infettive si è espresso anche rispetto ai
    possibili vantaggi. Specificando che, in assenza di studi e solidi dati
    clinici, al momento non ancora disponibili, il suo parere si basa sulla logica
    ed è puramente speculativo. «Tuttavia – prosegue – quello che sappiamo con certezza, sia per
    AstraZeneca sia per Pfizer, è che una singola dose provvede un livello di
    immunità non eccellente, ma buono. Sarebbe quindi ragionevole ritenere che
    mischiare i due vaccini possa offrire una migliore protezione rispetto alla
    singola dose di uno dei due». «Ma in medicina – conclude l’esperto dello Sheba – dobbiamo sempre
    studiare. E le conclusioni devono basarsi sui dati, non basta la logica». Dati
    che, in Israele, non saranno disponibili di prima mano perché la campagna di
    vaccinazione di massa è stata condotta usando un singolo tipo di vaccino,
    Pfizer-BioNTech.

    Intanto da oggi, nel paese che ha
    immunizzato con entrambe le dosi oltre 5 milioni di persone sul totale di 9
    milioni di abitanti, la mascherina non è più obbligatoria nemmeno negli ambienti chiusi. I nuovi casi sono pochissimi, in alcuni giorni si
    sono registrate zero nuove infezioni. Resta l’obbligo di indossare il
    dispositivo a copertura di naso e bocca per le persone non vaccinate all’interno
    delle strutture sanitarie, per chi rientra da un viaggio e si appresta a
    rispettare la quarantena (laddove necessaria) e per i passeggeri a bordo degli aerei.

     

     

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