Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid è intervenuto al Global Forum sull’antisemitismo a Gerusalemme. Il Ministro ha pronunciato il suo discorso a distanza su Zoom, visto che si trova in quarantena perché un suo assistente è malato di Covid-19. Riportiamo di seguito il testo del suo intervento.
Il 27 dicembre 1944, mio padre era un bambino nel ghetto di Budapest. Viveva in un piccolo seminterrato, più piccolo di questa stanza, con poco meno di altre 600 persone.
A quel tempo sopravvivevano per lo più mangiando carne di cavallo trovata per strada. Quel giorno sua madre, mia nonna, lo chiamò e gli disse: “Tomika, tu non lo sai ma oggi è il tuo Bar Mitzvah. Papà non verrà (in quel momento mio nonno era già morto nelle camera a gas del campo di concentramento di Mathausen).
“Non posso prepararti una torta”, disse mia nonna, “ma c’è una cosa che posso fare”: Prese una piccolo bottiglia di vetro di “Chanel 5”, che era il profumo delle donne raffinate, come lo era lei prima della guerra. D-o sa come fosse riuscita a conservarla per tutto quel tempo. Ruppe la bottiglia sul pavimento. E disse: “Almeno non ci sarà puzza il giorno del Bar Mitzvah di mio figlio”
Questa storia contiene in sé una domanda;
Perché? Perché lo odiavano così tanto? Perché? volevano assassinare un ragazzo di 13 anni che non conoscevano neanche? Un tredicenne che non aveva fatto loro nulla di male? Mio padre non ha scritto i “Protocolli dei savi di Sion”. Non era un banchiere internazionale. Non corrispondeva a nessuno degli stereotipi. Era solo un bambino. Perché volevano assassinarlo?
La risposta è che non volevano assassinarlo perché lo conoscevano, ma perché non lo conoscevano. Gli antisemiti dicono spesso: “Alcuni dei miei migliori amici sono ebrei” La cosa assurda è che questo potrebbe essere vero.
Gli antisemiti non odiano gli ebrei che conoscono, perché sanno che quegli ebrei sono persone proprio come loro. Essi odiano gli ebrei che non conoscono, perché è facile odiare un gruppo, non una persona. E’ cosi che funziona l’odio. Il primo passo è la disumanizzazione della persona che odi.
Essa non è veramente una persona, ma un gruppo senza volto sul quale si possono proiettare le proprie paure, il proprio odio e I propri pregiudizi. L’ebreo che conosci ama i propri bambini. L’ebreo che non conosci, odia i tuoi bambini. Quindi la domanda non è “Che tipo di persona è l’ebreo”, ma che tipo di persona può odiare qualcuno che non conosce.
Che tipo di persona è così piena di odio, veleno, pregiudizio e razzismo da volere uccidere dei bambini che non gli hanno fatto alcun male? Per troppo tempo ci siamo tenuti sulla difensiva.
Per troppo tempo abbiamo pensato di dovere raccontare la storia giusta riguardo agli ebrei, affinché gli antisemiti smettessero di odiarci.
Voglio suggerire l’opposto:
E’ il momento di raccontare la storia giusta sugli antisemiti.
E’ il momento di dire al mondo che ci opponiamo
Gli antisemiti non erano solo nel ghetto di Budapest
Gli antisemiti erano anche i mercanti di schiavi che gettavano persone incatenate nel mare
Gli antisemiti erano gli Hutu estremisti in Ruanda che massacravano i Tutsi
Gli antisemiti sono I musulmani fanatici che hanno ucciso milioni di altri musulmani nell’ultimo secolo
Gli antisemiti sono ISIS e Boko Haram
Gli antisemiti sono le persone che picchiano a morte gli appartenenti alla comunità LGBT
Gli antisemiti sono quelli che braccano le persone non per quello che hanno fatto, ma per quello che sono.
Per come sono nati.
“Antisemitismo” non è il nome proprio dell’odio, è il cognome.
Indica chiunque odia così tanto da volere uccidere, perseguitare ed espellere delle persone solo perché sono diverse. Il popolo ebraico si aspetta, giustamente, che il mondo ricordi la Shoah. La Shoah è la manifestazione estrema dell’odio. E’ l’esempio di cosa accade all’odio quando nessuno vi si oppone. Non c’è mai stato nulla come la Shoah nella storia dell’umanità.
Ma l’antisemitismo moderno, quello che affrontiamo oggi, esiste dappertutto. Per combatterlo, abbiamo bisogno di alleati. Dobbiamo arruolare chiunque creda che sia sbagliato perseguitare le persone solo sulla base della loro fede, della loro sessualità, del loro sesso, della loro nazionalità, del colore della loro pelle.
Dobbiamo dire loro che l’antisemitismo non si ferma mai agli ebrei. Procederà sempre verso il prossimo bersaglio. La lotta non è tra antisemiti e ebrei. La lotta è tra gli antisemiti e chiunque creda nei valori di uguaglianza, giustizia e libertà.
Antisemitismo è razzismo, allora parliamo con chiunque si opponga veramente al razzismo. Antisemitismo è estremismo, allora collaboriamo con chiunque abbia paura dell’estremismo. Antisemitismo è odio degli stranieri, allora arruoliamo chiunque sia mai stato uno straniero, e diciamogli: “questa è anche la tua battaglia”. Se non ci aiutate a combattere l’antisemitismo oggi, in futuro potrebbe essere vostro figlio quello che qualcuno guarda e dice “lo odio, lo voglio morto”.