Il 30 gennaio 1939, in occasione dell’anniversario
dell’assunzione del potere (30 gennaio 1933) Hitler pronunciò un solenne
discorso di fronte al Reichstag, sette mesi prima dell’inizio della Seconda
guerra mondiale. Da parte sua, Hitler che negava di voler scatenare una nuova
guerra, da una parte annunciava la necessità di un “…ampliamento dello spazio
vitale del nostro popolo per risolvere il problema dell’alimentazione della
Germania…”. Dall’altra attribuiva però la responsabilità dell’eventuale
conflitto agli ebrei. Pertanto, fondendo in un blocco unico – come in Mein
Kampf – bolscevismo e giudaismo, annunciò che questo secolare avversario della
razza ariana sarebbe stato combattuto fino all’estremo delle forze, da parte
della Germania.
Il razzismo antisemita dei nazisti si basava su almeno due
argomentazioni diverse. C’era infatti nell’ideologia nazista un antisemitismo
“genetico”, che vedeva il popolo ebraico come diverso dal volk tedesco, e
temeva la contaminazione razziale; e un antisemitismo economico, che vedeva
nella finanza ebraica la causa della sconfitta tedesca nella prima guerra
mondiale e del successivo impoverimento del popolo tedesco.
Il lunghissimo e tedioso discorso di Hitler al Parlamento fu
subissato di applausi soprattutto nei passaggi più fanatici, violenti e
intolleranti contro le democrazie occidentali e contro lo pseudo complotto
ebraico.
La violenza verbale di Hitler – poi purtroppo diventata violenza
sulle persone – è testimoniata dalle sue stesse parole che erano un invito al
mondo a combattere con lui contro l’intero popolo ebraico.
“…Se certi giornali e
uomini politici nel resto del mondo ora affermano che, mediante ricatti
d’ordine militare, la Germania abbia voluto minacciare altri popoli, ciò non significa
che un capovolgimento dei fatti. In un territorio in cui nè inglesi nè altre
Nazioni occidentali hanno alcunchè da ricercare, la Germania ha ristabilito per
dieci milioni di tedeschi il diritto all’autodecisione. Con ciò essa non ha
minacciato nessuno, ma si è posta soltanto sulle difese contro il tentativo
d’intromissione da parte di terzi. Ed io non ho bisogno di assicurarVi, miei
Deputati, uomini del Reichstag tedesco, che neanche in avvenire noi tollereremo
che in certe questioni che riguardano esclusivamente noi, certi Stati occidentali
tentino senz’altro di immischiarsi, per impedire, col loro intervento, delle
soluzioni naturali e ragionevoli…” (sic).
“… I popoli riconosceranno ben presto che la Germania
nazionalsocialista non vuole essere nemica di altri popoli, che tutte le
affermazioni circa le mire aggressive del nostro popolo contro altre nazioni
sono menzogne nate da morboso isterismo o da ambizione personale di singoli
uomini politici, e che queste menzogne hanno in certi Stati lo scopo di
permettere ad incoscienti affaristi di salvare le loro finanze : riconosceranno
anche e soprattutto che con queste menzogne il giudaismo internazionale si propone
di soddisfare la propria sete di vendetta ed avidità di lucro e che esse
costituiscono la più inaudita diffamazione che si possa commettere contro una
nazione grande e amante della pace…” (sic).
“…Una cosa però è certa e nessuno deve farsi illusioni in
proposito: questa campagna non potrà minimamente influire sulla condotta della
Germania nella soluzione del suo problema ebraico. Al contrario ! Per quanto
riguarda il problema ebraico vorrei osservare quanto segue : Non v’è spettacolo
più vergognoso di quello odierno di un intero mondo democratico, che trasuda commiserazione
da tutti i pori per il cossidetto povero popolo ebreo perseguitato e che,
viceversa, rimane duro e inesorabile di fronte all’evidente dovere di porgergli
aiuto. […] La cultura tedesca, come è implicito nella stessa definizione, è
tedesca e non ebrea, e sarà quindi amministrata e curata dal nostro popolo. Se
il resto del mondo strilla ipocritamente contro questa barbara eliminazione
dalla Germania di un fattore a tal punto insostituibile e così prezioso ai fini
della cultura, non possiamo che stupirci di questa reazione. Giacchè ci pare
che il mondo dovrebbe esserci grato che noi rinunciamo a questi magnifici
esponenti della cultura mettendoli a sua disposizione […] Credo che quanto
più sollecitamente questo problema verrà risolto, tanto meglio sarà, poichè finchè
la questione ebraica non sarà liquidata, l’Europa non potrà trovare la calma e
la tranquillità…”.
“Quando lottavo per raggiungere il potere, il popolo dei
giudei era il primo a prendere solo con il riso le mie profezie che io un
giorno in Germania avrei assunto la guida dello stato e di tutto il popolo e
allora avrei trovato una soluzione, fra i tanti problemi, anche a quello degli
ebrei. Credo che in Germania le sonore risate di allora si siano nel frattempo
soffocate in gola al giudaismo. Oggi voglio fare un’altra profezia: Se
l’ebraismo finanziario internazionale dentro e fuori l’Europa dovesse riuscire
a precipitare ancora una volta i popoli in una guerra mondiale, il risultato
non sarà la bolscevizzazione della terra e con ciò la vittoria dell’ebraismo,
ma l’annientamento della razza ebraica in Europa”…
“…I popoli non non vogliono sapere di morire sui campi di
battaglia affinchè questa razza internazionale di nomadi possa intascare profitti
di guerra o soddisfare la sua biblica sete di vendetta. Contro il motto ebraico
‘Proletari di tutto il mondo, unitevi !’, trionferà un altro appello: ‘Lavoratori
di tutte le nazioni, riconoscete il vostro nemico comune !’”.