E’ iniziato l’ultimo di giro di boa della legislatura europea, ma il 2018 è arrivato alla fine con pochi dei dossier chiave completati. L’anno nuovo si preannuncia quindi ancora più arduo, tra il tentativo di chiudere i cantieri aperti – dalla Brexit alla revisione del sistema d’asilo per i migranti sino alla riforma dell’eurozona – e la prospettiva di elezioni europee. Per di più, a capitanare i lavori nei primi 6 cruciali mesi dell’anno ci sarà la Romania, di cui Jean-Claude Juncker ha messo in dubbio la capacità di saper gestire la situazione, date le forti tensioni interne al governo di Bucarest. La Romania è infatti “tecnicamente ben preparata” ma “il suo governo non ha ancora pienamente compreso cosa significhi presiedere i Paesi dell’Ue”, perché per gestire negoziati a 28 nonché la fase finale della Brexit occorre “la ferma volontà di mettere le proprie preoccupazioni in secondo piano, e ho qualche dubbio su questo”, ha ammonito Juncker.