Jonathan Hirsch, un ebreo residente a Oakland, in California, è stato invitato a lasciare una caffetteria mentre si trovava lì con il figlio di cinque anni per il suo cappello con la Stella di David. Il gesto del proprietario del locale ha sollevato polemiche e preoccupazioni, portando molti a ipotizzare un atto di discriminazione. La polizia di Oakland ha aperto un’indagine per stabilire se l’episodio possa essere classificato come crimine d’odio. Secondo il racconto di Hirsch, l’incidente è avvenuto presso la Jerusalem Coffee House, tra la 54th Street e Telegraph Avenue. Hirsch ha spiegato che stava giocando a scacchi con il figlio nella parte posteriore della caffetteria quando il proprietario si è avvicinato e ha commentato: “Quello è un cappello con la stella ebraica, è violento. Devi andartene”. Sorpreso e spiazzato, Hirsch non ha avuto il tempo di reagire prima che un altro uomo – portato dal proprietario stesso – lo afferrasse per la spalla, spingendolo fuori e ribadendo che non poteva restare nel locale con quel simbolo. Con l’aumentare della tensione, altri clienti presenti hanno deciso di chiamare la polizia. Tuttavia, secondo Hirsch, l’intervento degli agenti non ha risolto la situazione come sperava: ha raccontato alla NBC Bay Area di essersi sentito frustrato, spiegando che, mentre si allontanava con il figlio, il proprietario continuava a seguirlo e rimproverarlo. Hirsch ha percepito che i poliziotti consideravano la scena come un semplice disaccordo, senza riconoscerne la gravità.
Il dipartimento di polizia di Oakland ha confermato l’intervento della pattuglia in risposta alla chiamata e ha dichiarato che sta analizzando l’accaduto per valutare se si tratti di un episodio motivato da pregiudizi razziali o religiosi, il che configurerebbe l’incidente come crimine d’odio. Al momento, il proprietario della Jerusalem Coffee House non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche, nonostante le richieste di chiarimenti dai media. Episodi simili sembravano appartenere a un passato remoto e quasi inconcepibile negli Stati Uniti. “Non capisco come sia cambiato così tanto il clima sociale” ha commentato Hirsch, sconvolto dall’idea di vivere un’esperienza simile nella città che da anni considera la propria casa.