“Siamo riuniti stasera per onorare la memoria di mia madre e per chiederci, ci troviamo di fronte ad un nuovo affaire Dreyfus?” ha affermato il figlio di Sarah Halimi, Yonathan, che ha partecipato insieme alla moglie e al presidente del CRIF (Conseil Représentatif des Istitutions juives de France), Francis Kalifat, alla serata organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per ricordare la Halimi a cinque anni dall’assassinio e a un anno dalla discussa sentenza della Cassazione francese, emessa nell’aprile 2021, che ha stabilito la non punibilità di Traorè perché, al momento del delitto, in preda a una crisi psicotica dovuta all’uso di sostanze stupefacenti, in particolare di hashish.
Hanno partecipato inoltre all’evento la Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini, l’Avvocato penalista Tommaso Levi e il Professore di diritto penale Giuliano Balbi, che hanno discusso del caso Halimi e del crescente antisemitismo, sia in Italia che in Europa, in particolare in Francia. A moderare Gadi Schoenheit, consigliere UCEI.
“Ci sentiamo in dovere di porgere un punto interrogativo sull’esito del processo” così ha esordito la presidente UCEI Noemi Di Segni, che ha ribadito la volontà dell’ebraismo italiano di “non lasciare mai la famiglia sola”.
“Il fatto ha una rilevanza nazionale, non riguarda solo la comunità ebraica, ma l’intera Francia” ha detto la presidente Di Segni, spiegando come il caso di Sarah Halimi abbia creato un moto nell’opinione pubblica oltralpe senza precedenti.
Francis Kalifat, presidente del CRIF, ha voluto specificare come la Halimi sia stata vittima dell’antisemitismo islamista, lo stesso odio che dieci anni fa portò all’assassinio di quattro ebrei, tra cui tre bambini, a Tolosa. “I bambini di Tolosa sono morti perché ebrei. Se avessimo imparato la lezione di Tolosa, che Francia avremmo adesso?” si è chiesto Kalifat, che ha voluto ricordare le 12 vittime dell’odio antisemita negli anni Duemila. “Vorrei ricordare inoltre il dolore di tutti gli ebrei francesi vittime quotidiane dell’antisemitismo, e che sono stati costretti a scappare dalla Francia a causa di questo odio”.
“Abbiamo molte sfide, la prima è la lotta all’indifferenza, l’odio si alimenta con essa. – ha affermato il presidente del CRIF – La cosa più dolorosa per una vittima è il silenzio di chi assiste ai crimini senza intervenire.”
“La seconda sfida invece – ha proseguito – è la debolezza della risposta giudiziaria nei confronti di questi crimini. Le pene non applicate si sprecano. La debolezza della risposta giudiziaria nutrono l’antisemitismo quotidiano.”
Il figlio di Sarah Halimi, Yonathan, ha voluto ricordare la madre, “una donna discreta, umile, dotata di un coraggio raro” per il quale ha cercato, dopo il drammatico evento, di onorare la memoria fondando in Israele l’associazione benefica Ohel Sarah.
“Il centro comunitario ohel sarah è stato creato per integrare le famiglie francofone a Haifa” ha spiegato Yonathan Halimi, “Ohel Sarah aiuta a far sì che i ragazzi non si sentano mai soli”.
“Senza l’aiuto dell’UCEI non avremmo potuto realizzare tutto questo, vi ringrazio dal profondo del mio cuore” ha sottolineato il figlio della Halimi, che ha donato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane un attestato per il contributo dell’ebraismo italiano nel realizzare il progetto.
La Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini ha voluto soffermarsi sul crescente odio antisetita che sta emergendo in Europa, ponendo una particolare attenzione sul fenomeno in Italia. “Gli atti antisemiti sono diventati più sfacciati, più plateali” ha affermato, sostenendo inoltre che c’è “un grande lavoro da fare”. “Dove cresce l’odio tutti ne fanno le spese” ha aggiunto.
Il professor Giuliano Balbi ha analizzato l’aspetto giuridico della sentenza del caso Halimi. “Mai si era ritenuto che il consumo di cannabis potesse escludere la responsabilità penale” ha sostenuto il giurista. “Scopriamo il bluff della riforma fatta dal legislatore francese, che di fatto non modificano minimamente il quadro normativo che ha fatto sì che l’assassino della Halimi rimanga assolto” ha affermato Balbi.
L’avvocato Levi ha voluto porre invece l’attenzione sulla difficile applicazione dell’articolo 604bis, che riguarda la propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. “La sensazione è che viviamo in una società che è diventata più razzista e più antisemita” ha sostenuto.
A concludere la serata il moderatore ha ricordato come “anche nei momenti più difficili dobbiamo guardare al futuro, prendendo come esempio il progetto Ohel Sarah”.