Roma non avrà mai un museo del fascismo. Lo ribadisce la sindaca della capitale Virginia Raggi, in una intervista a Stefano Costantini su Repubblica. Ieri la sindaca ha bloccato e bocciato una mozione presentata da tre esponenti del M5S (la sua stessa formazione), dopo che già era insorto in città il fronte antifascista e la comunità ebraica in particolare, pronti a fiutare il pericolo di un’operazione che avrebbe potuto innescare una reazione contraria alle intenzioni: non sfatare falsi miti, come dicono i proponenti, “ma favorire revisionisti e negazionisti”, come afferma invece Raggi.
“Appena ho letto la mozione sono intervenuta e ho parlato con Gemma Guerrini: lei è stata subito d’accordo a ritirare la mozione”. Ha spiegato a Repubblica, la sindaca si Roma Virginia Raggi a proposito della mozione, proposta da tre consiglieri grillini, Guerrini prima firmataria insieme ai colleghi Simonelli e Coia, di creare un museo del fascismo. ”Roma – osserva – è orgogliosamente antifascista e con i fatti l’ho dimostrato in questi anni”. ”Vede, in particolare in questo momento storico – sottolinea Raggi – i valori dell’antifascismo sono fondamentali. Proprio in una situazione come quella creata dagli strascichi del Covid, che hanno creato sacche di povertà, è importante vigilare su chi soffia sul fuoco della disperazione. Dobbiamo fermare i pifferai magici che strumentalizzano le necessità dei più deboli. A questo, oggi soprattutto, servono i valori antifascisti”. E alla domanda sul perché all’inizio del suo mandato non andò alle Fosse Ardeatine, scatenando la reazione dell’Anpi, Raggi risponde: ”Sì, ma poi ho tolto dalle targhe delle strade di Roma i nomi degli scienziati che firmarono il Manifesto della razza. E abbiamo intitolato le vie a scienziati antifascisti”. La prima cittadina parla anche della vicenda Casapound: ”Infatti, sono stata io – afferma – a intervenire perché venissero sfrattati da un palazzo occupato nel Centro della Capitale (il procedimento è in corso, ndr)”. Sul Museo della Shoah e sul progetto di farlo a Villa Torlonia, dove Mussolini stabili la sua residenza privata riferisce poi: ”Roma Capitale ha stanziato i fondi, siamo in costante contatto con la comunità ebraica. Non riesco a fare una previsione sull’apertura del Museo della Shoah, devono essere limati alcuni aspetti. Ma una cosa è certa, nessuno può e deve dimenticare”.