Torino – dicono – è una
città magica. Intanto, è la città di Gustavo Adolfo Rol. Se non credete alla
magia vi faccio ricredere, ricordando il gol annullato a Ramon Turone, per
indubbia arte di negromanzia, facendo scomparire uno scudetto da Roma (dove,
non a caso, gioca ‘la Magica’) per farlo ricomparire a Torino.
città magica. Intanto, è la città di Gustavo Adolfo Rol. Se non credete alla
magia vi faccio ricredere, ricordando il gol annullato a Ramon Turone, per
indubbia arte di negromanzia, facendo scomparire uno scudetto da Roma (dove,
non a caso, gioca ‘la Magica’) per farlo ricomparire a Torino.
A
Torino, ora, ci vorrebbe un’altra magia, e andrebbe bene anche se la facesse
Giampiero Boniperti, ormai non più ragazzino. Nell’Ateneo torinese (https://www.unito.it/ateneo), mercoledì 5 dicembre
2018, dalle 18 alle
19.30, presso la Cavallerizza Reale (via Verdi, 9), il Rettore Ajani introdurrà
il ciclo di seminari dal titolo “1948-2018. Storia di Israele, storia d’Europa“,
organizzato da Università di Torino, Dipartimento di Culture Politica e Società
con il patrocinio di UCEI – Unione Comunità Ebraiche Italiane e Università Roma
Tre. Parteciperanno all’evento Claudio Vercelli, autore del libro “Israele 70.
Nascita di una Nazione”, Maurizio Molinari, Direttore de La Stampa e Janiki Cingoli, Cipmo
Milano.
Torino, ora, ci vorrebbe un’altra magia, e andrebbe bene anche se la facesse
Giampiero Boniperti, ormai non più ragazzino. Nell’Ateneo torinese (https://www.unito.it/ateneo), mercoledì 5 dicembre
2018, dalle 18 alle
19.30, presso la Cavallerizza Reale (via Verdi, 9), il Rettore Ajani introdurrà
il ciclo di seminari dal titolo “1948-2018. Storia di Israele, storia d’Europa“,
organizzato da Università di Torino, Dipartimento di Culture Politica e Società
con il patrocinio di UCEI – Unione Comunità Ebraiche Italiane e Università Roma
Tre. Parteciperanno all’evento Claudio Vercelli, autore del libro “Israele 70.
Nascita di una Nazione”, Maurizio Molinari, Direttore de La Stampa e Janiki Cingoli, Cipmo
Milano.
Prima,
un gruppo studentesco ebbe ad organizzare un
seminario di due giorni dal titolo “L’Eredità di Edward Said in Palestina”
presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi. Altri dibattiti, però hanno
assunto un tono diverso, in ispecie nei riguardi del sionismo. Da ultimo, la
stampa registra ulteriori sviluppi della situazione. Tornando al caso di Edward
Said, sarebbe stato stimolante, per esempio, un confronto col pensiero di
Bernard Lewis, col quale vi era stato un lungo ed asperrimo confronto.
Dopotutto, ci si rivolge agli studenti, e la convivenza postulerebbe il libero
dibattito.
un gruppo studentesco ebbe ad organizzare un
seminario di due giorni dal titolo “L’Eredità di Edward Said in Palestina”
presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi. Altri dibattiti, però hanno
assunto un tono diverso, in ispecie nei riguardi del sionismo. Da ultimo, la
stampa registra ulteriori sviluppi della situazione. Tornando al caso di Edward
Said, sarebbe stato stimolante, per esempio, un confronto col pensiero di
Bernard Lewis, col quale vi era stato un lungo ed asperrimo confronto.
Dopotutto, ci si rivolge agli studenti, e la convivenza postulerebbe il libero
dibattito.
Intendiamoci,
la soluzione da ‘separati in casa’ ha una sua dignità, ma la riproduzione in
Italia degli antagonismi mediorientali rischia di instaurare una
sorta di coazione a ripetere. Invocare la pace, in questo contesto, sarebbe
un’impresa irreale ma, trattandosi della capitale della magia, è doveroso
tentare la strada della taumaturgia, proponendo, per i casi più delicati, il
diretto confronto fra le parti. Potremmo pure provare a sostenere che nulla fa
più paura della verità, se non fosse che la guerra dovrebbe fare (giustamente)
ancor più paura. Pertanto, diviene doveroso per il Ministero dell’Università e
per gli Atenei la proposta del confronto, con l’onere, per chi non lo volesse,
di rendere pubbliche le sue ragioni. Chissà che i toni non si attenuino e che
si possa recare un piccolo contributo alla causa della pace.
la soluzione da ‘separati in casa’ ha una sua dignità, ma la riproduzione in
Italia degli antagonismi mediorientali rischia di instaurare una
sorta di coazione a ripetere. Invocare la pace, in questo contesto, sarebbe
un’impresa irreale ma, trattandosi della capitale della magia, è doveroso
tentare la strada della taumaturgia, proponendo, per i casi più delicati, il
diretto confronto fra le parti. Potremmo pure provare a sostenere che nulla fa
più paura della verità, se non fosse che la guerra dovrebbe fare (giustamente)
ancor più paura. Pertanto, diviene doveroso per il Ministero dell’Università e
per gli Atenei la proposta del confronto, con l’onere, per chi non lo volesse,
di rendere pubbliche le sue ragioni. Chissà che i toni non si attenuino e che
si possa recare un piccolo contributo alla causa della pace.