Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Terrorismo: respinto ricorso albanese contro espulsione. Accusato istigazione odio contro ebrei

    Il giudice di Pace di Padova ha rigettato il ricorso contro
    il decreto di espulsione per pericolosità sociale connessa al rischio di derive
    terroristiche nei confronti dell’albanese Shaban Caca. L’albanese era stato
    allontanato dall’Italia mediante accompagnamento coattivo alla frontiera lo
    scorso 20 dicembre poiché le indagini della Digos di Padova avevano riscontrato
    condotte ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. Il giudice di Pace nel
    provvedimento ha riconosciuto la fondatezza delle motivazioni poste a
    fondamento dell’espulsione in relazione alle frequentazioni pericolose di Caca.
    Il monitoraggio del suo profilo Facebook aveva infatti evidenziato  la pubblicazione di post comprovanti il
    collegamento diretto dell’uomo con imam radicali, alcuni dei quali già
    coinvolti in indagini inerenti il reato di istigazione all’odio razziale e di
    reclutamento di giovani volontari nelle file dell’Isis. Le indagini avevano
    anche rilevato come Caca avesse nel tempo maturato forti risentimenti nei
    confronti degli ebrei e della cultura occidentale così come emerso nei numerosi
    post pubblicati su Facebook dal contenuto chiaramente antisemita e di condanna
    delle celebrazione delle festività cristiane, in particolare del Natale. Il
    giudice di Pace nel dispositivo di sentenza ha rilevato come “l’uso di
    internet non è meno grave del contatto personale” in un ambito come quello
    del terrorismo internazionale di matrice islamica in cui proprio il web ha
    rappresentato un contesto privilegiato per la propaganda jihadista, finalizzata
    all’adesione a gruppi terroristici ovvero al compimento di atti violenti in
    Europa contro i “miscredenti”. Su tale ultimo aspetto la Digos aveva
    accertato come il trentottenne albanese avesse intrapreso un’azione di indottrinamento
    all’islam radicale nei confronti di un giovane connazionale con cui nell’ultimo
    periodo aveva condiviso il proprio appartamento a Padova.

    CONDIVIDI SU: