Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    STORICO SABBATUCCI, ‘NON CREDO A RIVELAZIONI SU PIO XII DA ARCHIVIO VATICANO’

    (AdnKronos) – (di Enzo Bonaiuto) – “Il dibattito sul comportamento
    di Pio XII durante il periodo del nazismo in Germania e del fascismo in Italia
    e in particolare sulla difesa e protezione degli ebrei e sulla mancata presa di
    posizione ufficiale sulla Shoah è ancora aperto. Dall’apertura dell’Archivio
    segreto Vaticano sul suo pontificato decisa da Papa Francesco salteranno
    sicuramente fuori cose interessanti, ma non credo che ci saranno documenti e
    rivelazioni capaci di confermare o ribaltare in maniera definitiva il giudizio
    su Eugenio Pacelli papa”. E’ quanto afferma all’AdnKronos lo storico Giovanni
    Sabbatucci, docente emerito di Storia contemporanea all’università ‘Sapienza’ di
    Roma. “E’ difficile e lo sarà anche dopo l’apertura dell’Archivio segreto Vaticano
    avere elementi tali da consentire di dare un giudizio netto sull’azione
    spirituale e temporale, politica e diplomatica, di Pio XII; specie sulla
    questione sfaccettata e complicata relativa alla posizione del Vaticano
    rispetto all’Olocausto – osserva Sabbatucci – Non credo che potrà essere
    risolta con la disponibilità di qualche documento ufficiale in più o in meno
    rispetto a quelli già conosciuti”.

    Soprattutto, spiega Sabbatucci, “bisognerebbe
    prima stabilire cosa si richiede in casi simili a un Papa: se una condanna forte
    e netta al di là delle possibili conseguenze concrete, oppure una azione magari
    sottotraccia ma tesa a salvare quante più vite umane possibile. Se deve dire
    sempre e comunque la verità costi quel che costi o provare a salvare il
    salvabile. E, più in generale, se debba essere solo un testimone, seppure il più
    alto, della fede cristiana o fare pure politica, sia a livello istituzionale
    che diplomatico”. Sicuramente, per lo storico, “il pontificato di Pio
    XII è stato completamente immerso nel suo tempo e rispecchia una politica del Vaticano
    che risente delle tendenze e delle opinioni che erano presenti nella Chiesa di
    allora, più che tendere a modificarle. Non a caso, si traccia una linea di
    demarcazione nella storia della Chiesa tra il pontificato di Pio XII che sembra
    chiudere un’epoca e il pontificato di Giovanni XXIII che ne apre una nuova con
    il Concilio Vaticano II, che fa in qualche modo da spartiacque”. (Bon/AdnKronos)  

    CONDIVIDI SU: