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    SICCITÀ, RECORD IN ROMAGNA: PIOVUTO 60% MENO CHE IN ISRAELE

    Nel comprensorio dell’Emilia Romagna centro orientale, sotteso all’influenza diretta dei benefici idrici del Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.), la quantità di precipitazioni, caduta dall’inizio dell’anno a maggio, è la più bassa dagli anni ’50: a diffondere il dato è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), che informa anche come si siano finora registrati solo 70 millimetri di pioggia nel Ferrarese ed in Romagna, così come circa 90 millimetri in provincia di Bologna. È un record negativo, perfino se comparato alle medie di ISRAELE, uno dei Paesi più siccitosi in assoluto e cui spesso si fa riferimento: la pioggia è stata appena il 30% di quella caduta ad Haifa e Gerusalemme, un’area del mondo, in cui mediamente piovono, nello stesso periodo, oltre 300 millimetri. Per queste ragioni di estrema necessità, l’attività del Canale Emiliano Romagnolo è iniziata con largo anticipo, già da fine febbraio, per salvare i trapianti di bietola da seme, che rischiavano di essere compromessi irrimediabilmente per la mancanza d’acqua; sempre a febbraio hanno rischiato di soccombere alla siccità anche le produzioni precoci di colture da foglia come gli spinaci destinati all’industria di surgelati. L’appassimento di centinaia di ettari è stato evitato mediante consistenti prelievi idrici dal fiume Po e la loro immediata distribuzione alle aziende agricole per opera dei Consorzi di bonifica del territorio: Renana, Romagna, Romagna Occidentale. 

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