Immaginatevi di andare a visitare il nuovo museo della Seconda guerra mondiale nel bunker dei nazisti a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, nel luogo scelto come quartiere generale dal feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia durante la terribile pagina storica della Repubblica di Salò. Fin qui nulla di strano, ma qualcosa non quadra quando ad accoglierci è una guida in divisa della Wehrmacht, ovvero delle forze armate tedesche dell’epoca, e dove si deve passare per un check point tedesco. A meno di non essere finito in una serie televisiva distopica, ci chiediamo come possa essere venuto in mente a chi il museo l’ha voluto e costruito.
Ad aggravare la situazione, la pubblicità fatta dal governatore del Veneto Luca Zaia che in un post su Facebook descrive con minuzia cosa si vedrà nel museo, incluse le guide in maschera nazista. L’Anpi insorge, l’associazione nazionale partigiani italiani “esprime sconcerto nel leggere il post di Zaia e che questa scelta arrivi proprio in coincidenza con l’8 settembre”. Anche sui social c’è chi definisce il museo come “una Disneyland dei neonazisti di mezza Europa”.
A fine giornata, a 78 anni dal giorno della resa agli alleati e dell’inizio dell’occupazione nazista, Zaia prende le distanze in un comunicato. “La Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie. Onde evitare ulteriori disagi, è stato dato ordine di cancellare il post”, si legge nella nota diffusa da Regione Veneto.
Segue la puntualizzazione dell’ufficio stampa della giunta regionale in uno scaricabarile bizantino e parzialmente comprensibile che vale la pena di riportare: “Tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura; l’iniziativa del museo di Recoaro era stata segnalata dall’Associazione Terme di Recoaro alla competente Direzione della Regione, la quale, a sua volta, l’aveva trasmessa alla struttura che segue i profili social; il Presidente della Regione non ha alcuna visibilità né – ovviamente – esercita e può esercitare un diretto e costante controllo su queste materie, bensì si occupa in prima persona unicamente dei contenuti relativi ai post inerenti le attività amministrative, politiche, sanitarie, anche sulla base dei comunicati ufficiali diffusi dall’Ufficio Stampa”. In sostanza, Zaia non è a conoscenza di tutti i posti del suo profilo e in pratica si scusa.
Ma gaffe a parte resta la domanda fondamentale. A chi è venuto in mente di far indossare le uniformi della Wehrmacht alle guide? Chi è il responsabile di questa macabra carnevalata? Sarà rimosso dal suo incarico o finirà tutto a tarallucci, bunker e vino?