Trovandomi per motivi personali vicino alla Puglia, ho pensato di trascorrere lo shabbath del 29 – 30 luglio a Sannicandro. In origine, per il rapporto storico di amicizia che ho con i sannicandresi, pensavo a qualcosa di più limitato, non istituzionale. Ma, per il loro carattere i sannicandresi hanno voluto aprire le porte e farne un evento più ampio. E’ stata quindi un’occasione per chiamare a raccolta alcuni ebrei pugliesi e coinvolgere anche sia il Rabbino Capo uscente, Ariel Finzi, che rav Cesare Moscati che ne sarà il successore.
Così lo shabbaton è stato pieno di tutto ciò che deve caratterizzare uno shabbath comunitario. Tefilloth con Minian lungo tutto lo shabbath (‘Arvit, Shachrit, Minchà, Uscita dello shabbat), la lettura delle due parashoth (Mattòt r Massè) e dulcis un fundo anche la Birkàt Cohanim (la benedizione sacerdotale) data da un giovane israeliano che si trovava in loco. Era presente tra l’altro anche un israeliano, discendente di una famiglia salita in Israele da Sannicandro, che intende investire proprio a Sannicandro, creando nuove opportunità di lavoro e di sviluppo nella zona.
La giornata è stata accompagnata da lezioni dei tre rabbini e da interventi sulle norme che da lì a poco si dovranno osservare nella settimana di Tishà beav e del digiuno. Rav Moscati ha parlato della parashà e della decisione delle tribù di Gad e Reuven di voler rimanere al di là del Giordano e non entrare nella terra di Cana’an, Rav Ariel Finzi ha analizzato il tema della necessità di assumere decisioni che siano trasparenti e che oermettano di essere “Innocenti di fronte al Signore e di fronte a Israel” e che non possano essere travisate dagli altri, Rav Bahbout ha parlato di quanto narrato dal Talmud a proposito di Qamza e Bar-Qamza e di come l’odio che regnava in quel periodo portò alla distruzione del Tempio, senza che i Maestri del tempo facessero qualcosa.
Ciò che contraddistingue Sannicandro ebraica (e la Puglia) è la presenza di famiglie ebraiche che hanno costruito qualcosa che è frutto di molto coinvolgimento e di fede profonda: non si tratta di singoli che hanno scoperto l’ebraismo ma di famiglie intere.
Va anche sottolineato che i membri della comunità di Sanicandro sono coinvolti nella produzione di prodotti kasher e che usano prodotti “Km. zero”: vino kasher, formaggi ecc. sono tutti della zona o comunque prodotti con la loro partecipazione.
In Puglia ci sono molti più ebrei di quanto si pensi: spesso provenienti dall’estero e ci sono anche famiglie che hanno una chiara origine ebraica (Anusim) e che si stanno riavvicinando all’ebraismo.
Nel discorso di chiusura Lucia Gualano, l’anima della Comunità, ha ringraziato rav Bahbout per quanto fatto in passato per la costituzione del nucleo ebraico di Sannicandro, rav Ariel Finzi per il sostegno dato negli anni del suo rabbinato a Napoli, e si è augurata che Rav Cesare Moscati possa portare avanti e migliorare quanto fatto in passato. Dare continuità alle attività comunitarie in Puglia per consolidare l’ebraismo: questo l’obiettivo che si è posto il nuovo Rabbino Capo di Napoli e del Meridione.