Sono state rimosse dai muri del Liceo Eugenio Montale, nella sua succursale in Via Ettore Paladini, le scritte offensive e filo-naziste contro il docente di Lettere Andrea Barbetti, Presidente della sezione dell’Anpi “Ragazze della Resistenza” nell’XI Municipio. Barbetti si è distinto nel corso della sua carriera per la sua stregua difesa della Costituzione e dei diritti dell’uomo, in opposizione di ogni forma di rigurgito fascista e dittatoriale. Forse per questo la scelta di chiamare in causa proprio lui. La risposta della scuola é stata prorompente: evento pubblico di rimozione e ritintura, con la collaborazione del Collettivo Montale e alla presenza della Preside Raffaella Massacesi, di professori, alunni ed ex alunni che sono affettivamente legati con il Professore e che condividono con lui gli ideali che quotidianamente si impegna a diffondere.
“A nome dell’intera comunità del liceo Montale – dice Massacesi – avverto la necessità di esprimere pubblicamente una ferma condanna verso questo vergognoso e deprecabile atto ed una sincera solidarietà verso chi è stato offeso da ignobili insulti lasciati da qualcuno che non condivide con noi alcun valore.”
A conclusione dell’evento, é proprio il Professor Barbetti a scendere in campo. Rullo e secchio in mano, comincia uno sketch dall’ironia pungente con i suoi studenti. Gli autori dell’atto avevano scritto “Balbetti”, probabilmente per non rischiare di incorrere in vie legali. Ecco che lui cancella la L. “Per prima cosa si correggono gli errori.”
Divertirsi imparando. Così si arriva al cuore degli studenti e si rende interessante la materia. I risultati si vedono, data la grande quantità di ragazzi di tutte le età accorsi per sostenerlo.
“Chi ha offeso la scuola pubblica italiana con un gesto fascista e nazista sappia che ha infranto più volte la legge – dice Barbetti-. A me non interessa che abbiano violato la mia persona: sappiamo che dal letame nascono i fiori. Da noi che insegniamo il libero pensiero nascono i fiori, e sono gli studenti. Quelle svastiche ricordano dei treni, in cui cittadini italiani, semplicemente perché ebrei, o dissidenti italiani, o omosessuali, venivano portati nei campi di sterminio. Su quei campi di sterminio è scritto ‘’Il lavoro rende liberi’’. Io dico ‘’magari’’, e su questo dobbiamo batterci, ma preferisco ricordare che davanti a ogni scuola dovrebbe essere messa una bella scritta, insieme alla bandiera italiana e a quella europea: – Lo studio rende liberi.- “