Alcune settimane fa se ne è andato per sempre Luca De Mata, giornalista, regista, personaggio della cultura e presidente della Fondazione Marco Besso la cui sede, a Piazza Argentina a Roma, è stata inaugurata per la presentazione della Giornata europea della cultura ebraica nel 2018. Un legame con il mondo ebraico che De Mata ha cercato e coltivato con determinazione proprio nel nome e nel ricordo di Besso.
In settantasei anni di vita De Mata è stato molte cose: autore televisivo, fotografo, regista e esperto di comunicazione – per alcuni anni aveva diretto l’Agenzia di stampa cattolica Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie e seguito a lungo papa Wojtyla. Era un uomo eclettico, ideatore di documentari di successo della Rai, amante del teatro e autore irriverente della graphic novel “Il pollo” – edito da Sovera – una storia sospesa tra giornalismo, fumetto e narrativa. Credente ma non religioso, frequentava la Chiesa tradizionalista e non. De Mata aveva rinnovato la Fondazione Besso negli spazi e nell’impegno con l’intento di valorizzare e approfondire gli interessi culturali del suo fondatore. Marco Besso è stato un’intellettuale ebreo vissuto tra l’Ottocento e il Novecento, amico di Giuseppe Mazzini e del sindaco Ernesto Nathan, presidente dal 1909 delle Assicurazioni Generali e figura di spicco del mondo assicurativo italiano. Intellettuale laico Besso istituisce la Fondazione nel 1918 con l’obbiettivo di conservare la sua vasta biblioteca dantesca che comprendeva incunaboli ed edizioni rare e incrementare gli studi su Roma di cui era appassionato. La sua morte avviene nel 1920. Oggi la Fondazione, nelle sue sale eleganti, organizza spesso iniziative culturali legate mondo ebraico. A succedere a De Mata alla presidenza sarà la figlia Caterina.