Il 18 luglio del 1994, a Buenos Aires, un furgoncino carico di tritolo devastò l’edificio sede dell’Amia e della Daia, tra le più importanti organizzazioni ebraiche argentine, causando 85 morti e centinaia di feriti. Victor Nahum, che allora aveva 15 anni, fu tra i volontari che nei giorni successivi scavarono tra le macerie. Oltre alle vite umane andò perduta, con la distruzione dell’archivio storico, anche la storia della comunità ebraica argentina. A 25 anni di distanza, il ricordo di una tragedia di cui ancora non si conoscono i responsabili, tra depistaggi e misteri, andrà in onda nella puntata di “Sorgente di vita”, in onda domenica 21 luglio, alle 8.45, su Rai2. Eshkol Nevo, tra i più importanti scrittori israelianidella nuova generazione, di passaggio a Roma, parla del libro “Tre piani”, scritto qualche anno fa, dal quale il regista Nanni Moretti ha tratto il film che sta girando in questo periodo, traslando la storia da Tel Aviv a Roma. Al centro del romanzo e del film, tre storie che avvengono nello stesso palazzo, tre punti di vista diversi sul rapporto tra genitori e figli e sulle relazioni di coppia, lette anche alla luce della psicoanalisi. Nell’intervista Nevo parla anche di politica, del piano di pace proposto da Trump, della vivacità del suo paese, Israele, ricco di contrasti e proprio per questo anche di storie da raccontare.
Si parlerà poi di piccoli oggetti di vita quotidiana di età medievale come anelli, e spille, forbici e pinze, tessuti, chiavi e cucchiai, rinvenuti a Bologna durante lo scavo archeologico di un antico cimitero ebraico che si riteneva perduto. In mostra al Museo ebraico del capoluogo emiliano, questi oggetti raccontano un pezzo di storia degli ebreibolognesi, che in età medievale vissero un periodo fiorente, ma poi furono rinchiusi nel ghetto e infine cacciati da papa Pio V, che volle addirittura distruggere il loro cimitero, oggi ritrovato. Si chiuderà con il festival di cori ebraici a Ferrara: sei gruppi vocali per un totale di duecentoquaranta voci, cantori amatoriali di musica liturgica ebraica e di canti popolari. Vengono da Londra, da Vienna, ma anche da Leopoli, da Strasburgo e da Parigi, invitati dal coro Ha Kol di Roma. Quattro giorni di incontri e di prove per un gran finale al Teatro Comunale intitolato a Claudio Abbado. (AR/AdnKronos)