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    Il sostegno della politica italiana ad Israele

    Linasprirsi del conflitto tra israeliani e palestinesi preoccupa la politica. Sono diversi gli interventi dei funzionari pubblici che si sono espressi, con comunicati stampa o sui Social Network, in favore dello stato dIsraele, chiedendo una cessazione dellescalation di violenze da parte di Hamas. 

    Dopo gli accordi di Abramo, pensavamo di non dover più assistere a scene come quelle che stiamo vedendo a Gerusalemme – ha dichiarato la deputata di Italia Viva Silvia Fregolent -, gli attacchi da Gaza non sono una soluzione”. “Gli attacchi missilistici dalla striscia di Gaza allo stato di Israele – spiega – sono un tentativo di aggressione, l’ennesimo, pianificato da una fazione estremistica che punta a innescare una insensata spirale di violenza, più che a garantire la libertà di culto. Di certo, non è una strada che possa portare alla soluzione del problema palestinese. La meta a cui tendere è una situazione in cui si arrivi a due stati che si trovano, l’uno rispetto all’altro, in una posizione paritaria, lasciando da parte ogni tentazione di predominio. Siamo vicini al popolo d’Israele in questo momento difficile. Continuiamo a sperare si possa quanto prima raggiungere una pace duratura che consenta finalmente ai due popoli una pacifica coesistenza”, conclude.

    Andrea Orsini, deputato di Forza Italia, chiede l’intervento del Governo italiano per tentare di metter fine ai disordini: “La tutela della libertà di culto a Gerusalemme per i fedeli delle tre grandi religiosi monoteistiche, cristiana, ebraica e musulmana, è fondamentale e va riconosciuto al governo di Israele di averla sempre tutelata in modo efficiente ed imparziale. Gli incidenti di questi giorni profanano la sacralità di Gerusalemme, che dovrebbe essere città di pace e dei luoghi santi delle tre religioni. C’è rammarico e profonda preoccupazione per gli incidenti nella Città vecchia di Gerusalemme e per la ripresa dei lanci di razzi dalla striscia di Gaza. Incidenti – prosegue il deputato FI – oggettivamente fomentati dall’organizzazione terroristica di Hamas e che l’autorità palestinese non fa nulla per evitare o per scoraggiare, che hanno costretto il governo di Israele ad interdire agli ebrei l’accesso ai luoghi sacri per evitare situazioni più gravi. La causa scatenante, o piuttosto il pretesto, è un vecchio contenzioso legale su un piccolo nucleo di edifici, già di proprietà ebraica, confiscati dalla Giordania nel 1950 e rivendicati oggi dagli eredi dei legittimi proprietari”.

    Più diretto Matteo Salvini, leader della Lega, che su Twitter ha scritto: “Il mio pensiero e la mia solidarietà al popolo di Israele, ancora una volta bersaglio di missili e violenza. Chi attacca Israele attacca la Democrazia”.

    In appoggio ad Israele c’è anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che nella serata di ieri ha rilasciato un comunicato: “Le comunità ebraiche italiane esprimono piena e assoluta solidarietà allo Stato di Israele, pregando per le famiglie e i bambini che hanno passato la giornata di ieri e la notte nei rifugi, e sostegno morale alle forze di sicurezza impegnate in ogni dove nella indispensabile difesa. Esprimono preoccupazione per l’escalation di attacchi diretti e mirati con centinaia di razzi lanciati da Gaza su ampie parti del territorio, minacciando la vita ordinaria appena ripresa e la libertà, così come per l’innesco in moltissime città di scontri armati da parte della popolazione arabo-israeliana, trascinata in una pretestuosa protesta”. E’ quanto scrive in una nota l’UCEI in merito agli scontri a Gerusalemme. “Ribadiscono l’appello agli esponenti delle istituzioni e ai media italiani, europei ed internazionali, di non dare manforte con assurde e irresponsabili ricostruzioni al disconoscimento e al miope isolamento di Israele dinanzi all’evidente offensiva costruita attorno alla questione di Gerusalemme e dei suoi luoghi santi – si legge ancora – rafforzando la strategia di terrore e distruzione di Hamas e dei paesi che lo sostengono e l’avvio di un conflitto che non può non chiamarsi guerra”.

    La presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello si è espressa così: “Lescalation degli ultimi giorni, con il lancio di numerosi razzi dalla Striscia di Gaza e gli attacchi diretti sul territorio israeliano fanno parte di una strategia di terrore che si differenzia molto da una lotta pacifica per la libertà di culto. Quello che sta accadendo negli ultimi giorni è solamente un pretesto: la questione di Sheikh Jarrāḥ – cui udienza è stata rinviata per decisione della Corte Suprema per calmare la situazione e prevenire tensioni – è stata utilizzata per deviare linteresse dei media e della comunità internazionale sull’ennesimo rinvio dell’elezioni nei territori palestinesi e sullincapacità di gestione dei leader palestinesi impegnati a spartirsi gli aiuti economici piuttosto che pensare alla condizione dei propri cittadini. Bisogna evitare di cadere in questo tranello che punta ad accusare Israele per alimentare tensioni nellarea mediorientale. In questa maniera si fa un favore ai dittatori come Erdogan che puntano al caos per incrinare il piano di pace tra Israele e paesi arabi. Per questa ragione invitiamo tutte le forze a unirsi a noi nel condannare senza esitazione la strategia terroristica palestinese fatta di missili, violenza e provocazioni”.

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