PROBLEMI DI
HALAKHÀ CONTEMPORANEA ALLA LUCE DELLA FESTIVITA‘ SETTIMANALE. FESTA
DI SUKKOT 5779: CHI PROVA FASTIDIO E’ ESENTATO DALLA SUKKA’ (TRATTATO
DI SUKKA’ 26A)
di Rav Roberto Colombo
Domanda: quattro amici a Gerusalemme decisero di costruire una Sukkà in
società per poter mangiare e dormire nel suo interno, come vuole la norma
ebraica. Ognuno di loro offrì una parte dell’importo necessario
all’edificazione. La prima notte i quattro si coricarono ma uno di loro russava
talmente tanto da impedire agli altri di prendere sonno. Il giorno successivo i
tre rimasti svegli chiesero all’amico di non dormire più all’interno della
Sukkà in modo di permettere loro di adempiere alla mitzvà. L’amico rispose che
a provare fastidio nello stare sotto la capanna non era certo lui, che dormiva
benissimo, ma loro. Egli perciò era tenuto a dormire all’interno della Sukkà e
a doversene andare a dormire a casa erano gli amici, loro sì esentati dal
compiere la mitzvà in quanto provavano disturbo e malessere. Chi ha ragione?
Risposta: Nel libro di normativa Birkè Yosèf (639, 1) di Rabbì Chaiìm Davìd
Azulài (1724 – 1806) è detto che due soci che costruiscono una Sukkà troppo
piccola per contenere entrambi, devono istituire un turno in modo che tutti e
due abbiano la possibilità di adempiere almeno una parte della mitzvà. Forse la
cosa è valida anche per il nostro caso, pertanto i quattro amici dormano a
notti alterne nella Sukkà, una notte colui che russa e la notte successiva i
tre soci rimanenti.
Rav Zilbershtein rifiutò, però, questa risposta. Nel caso riportato dal
Birkè Yosèf i costruttori della Sukkà sapevano a priori che la metratura della
capanna non sarebbe stata sufficiente ad accogliere entrambi perciò fin dal
principio costoro erano a conoscenza del problema. Nel nostro caso la società
tra i quattro amici è da considerarsi non valida a posteriori in quanto, se si
fosse stati a conoscenza fin dal principio del problema, la persona che con il
suo russare non avrebbe permesso agli altri di dormire non sarebbe stato accolto
all’interno della società. Pertanto, la persona che non permette agli altri di
dormire deve lasciare la Sukkà e ricevere in restituzione il
denaro speso per la Sukkà essendosi rivelato a priori un socio inaffidabile.