‘Juden hier’: qui abita un ebreo, Gesù!!”. Questo il testo del cartello che don Ruggero Marini, parroco di San Giacomo Apostolo, a La Loggia, diocesi di Torino, ha appeso al portone della sua chiesa. Un chiaro riferimento alla scritta antisemite apparsa a Mondovì sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, ripresa dall’uso nazista di indicare le abitazioni degli ebrei, che il sacerdote ribalta ricordando, a due giorni dalla Giornata della memoria, che Gesà era ebreo. “Memoria ogni giorno…”, afferma don Ruggero, “perché il ‘mai più’ non sia uno slogan ma un impegno forte e chiaro”. “Lidia Rolfi e’ stata una mia insegnante – ha spiegato don Ruggero – e l’episodio che e’ avvenuto in quella che fu la sua abitazione mi ha molto colpito. I dati sono allarmanti, molti giovani sembrano ignorare la gravita’ di cio’ che e’ successo e cosi’ nel mio piccolo cerco di evitare che prevalga la superficialita’”.